Carmine nel parco

Martedì 04 Febbraio 2014 00:00

da "L'Espresso" n.5 - 6/02/2014

 

Gli scrittori hanno luoghi del cuore che diventano lo scenario delle loro storie o i luoghi educativi della loro poetica: Carducci e Bolgheri, Rigoni-Stern e l’altopiano di Asiago, per esempio. Così la letteratura crea turismo. Sono i “parchi letterari” degli scrittori del passato, dove si conservano documenti e le guide turistiche accompagnano i curiosi su percorsi codificati. Una maniera intelligente di tutelare il paesaggio con una formula culturale che virtuosamente stimola un turismo consapevole e rispettoso delle bellezze naturali della nostra penisola. A Carfizzi, in Calabria, il Comune ha deciso di mettere in piedi il parco letterario dedicato a Carmine Abate: “È la prima volta che si apre un parco letterario per uno scrittore vivo”, dice Abate, “e la cosa mi inorgoglisce, ma mi affida anche una responsabilità ulteriore”. Come i parchi letterari dedicati a Salvatore Quasimodo a Modica, oppure a Gabriele d’Annunzio ad Anversa degli Abruzzi, anche questo di Carmine Abate avrà una sede archivistica con tutti i romanzi, i manoscritti e i filmati sull’autore, e una serie di percorsi tra Carfizzi, Pallagorio e San Nicola dell’Alto, alla scoperta dei luoghi delle storie abatiane. Uno dei posti sarà la Cascata del Giglietto, di cui l’autore parla nel suo ultimo romanzo: “Il bacio del Pane” (Mondadori). Siamo nella zona arbereshe, quella degli albanesi d’Italia che hanno mantenuto nel corso dei secoli una tradizione e una lingua contaminate poi con gli italiani del posto, una tradizione cui l’autore spesso si ispira per riportare alla memoria culture di mescolanza e azioni di tutela quotidiana delle campagne e dei riti di un luogo.

Alessandro Agostinelli

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