gennaio-giugno 2007

da "Il Crotonese" del 22/25  Giugno 2007

Così Carfizzi e i suoi emigrati
diventano un affresco del Sud

Scritta a quattro mani assieme alla sociologa tedesca Meike Behrmann, I germanesi è un’opera fondamentale per la comprensione dei temi e delle peculiarità narrative di Carmine Abate. Senza scadere nel vittimismo e nella emotività scontata, con un’esposizione lineare e brillante, gli autori conducono il lettore all’interno della comunità di Carfizzi – paese simbolo della Calabria “spolpata” dall’emigrazione – e lo rendono partecipe delle vicende umane tratteggiate “nel corso di questo movimento migratorio di esodo e ritorno”. Un libro di grande documentazione, che ha il pregio non comune di farsi leggere d’un fiato. Pubblichiamo alcuni stralci della Introduzione di Giuseppe Colangelo.


Ventidue anni fa, quando questo libro fu pubblicato, in prima edizione assoluta, da Campus Verlag di Francoforte, Norbert Elias scrisse una presentazione in cui oltre ad indicare, certificandoli con la sua autorevolezza, i principali meriti sociologici del volume, lodò ripetutamente anche la vivacità e la chiarezza dell’esposizione.
Tali pregi basterebbero da soli a giustificare questa nuova edizione de I germanesi, se non fosse che ad averla resa addirittura necessaria si sono aggiunti almeno due altri validissimi motivi. Il primo sta nel fatto che il saggio di Carmine Abate e Meike Behrmann, rappresenta uno dei pochi rigorosi (e completi) “studi di comunità” incentrati su un paese della Calabria, tra l’altro di quella minoranza arbëreshe sparsa in tutte le regioni dell’Italia meridionale. Il secondo consiste nel fatto che I germanesi, ad una attenta lettura, si rivela fonte assai preziosa per comprendere appieno alcune importanti caratteristiche dell’attività narrativa di Carmine Abate. Per esempio l’insistenza su taluni temi di forte spessore civile o ancora certe inaudite soluzioni linguistiche o, infine, la capacità di stare nel cuore pulsante della materia narrata e, nello stesso tempo, di tenerla alla giusta distanza critica. (…)
Frutto di una lunga ricerca sul campo, svolta parte in Germania e parte in Italia dal 1979 al 1982, il libro racconta la storia e la vita di una comunità calabrese e dei suoi emigranti. Nello specifico si tratta di uno studio sul paese di Carfizzi, comunità arbëreshe dell’Alto Crotonese e dei suoi rapporti con un consistente gruppo di lavoratori (Gastarbeiter per i tedeschi, germanesi per i compaesani) emigrati, con modalità temporanea, nella RFT a partire dalla fine degli anni Cinquanta e per tutti gli anni Sessanta del Novecento. L’analisi puntuale di tali relazioni rappresenta uno dei punti cardine del volume. Alla prassi consolidata di studiare il problema dell’emigrazione e delle sue implicazioni esclusivamente dal punto di vista della società d’immigrazione, i due autori contrappongono con gesto sicuro un radicale mutamento di prospettiva o, per meglio dire, un reale e profondo rinnovamento della visuale di indagine che portano poi a compimento servendosi di una metodologia di ricerca altrettanto innovativa (soprattutto riguardo all’applicazione). Scartate tecniche di rilevazione meramente quantitative (questionari e interviste, predisposti sulla base di un campionamento standardizzato ecc.) giudicate, a ragione, inadatte ad un approccio microstrutturale ai problemi posti dall’emigrazione alla comunità di Carfizzi, essi optano per metodi qualitativi (osservazione partecipante, interviste non standardizzate e narrative, discussioni di gruppo ecc.) incentrati sul “contatto personale stretto con la gente del paese e gli emigrati in Germania”, nonché sulla partecipazione alla loro vita quotidiana e al loro lavoro.
Io credo che tale scelta – certamente provocata (e agevolata) anche dall’appartenenza di uno dei due ricercatori alla collettività in esame – abbia contribuito in buona misura a fare de I germanesi un saggio socio-antropologico di grande spessore, anche dal punto di vista narrativo. Un’opera capace di cogliere e di interpretare il senso profondo delle trasformazioni economiche e sociali senza mai perdere di vista gli uomini reali e le loro vicissitudini, al punto da prefigurare con largo anticipo il futuro sviluppo socioeconomico e demografico di Carfizzi (vedi il cap. Conclusioni).

Centralità agli individui

Fu soprattutto questo forte valore intrinseco dell’opera che colpì il grande sociologo Norbert Elias e lo indusse a pronunciare un giudizio che conserva tuttora la sua piena validità: “Il fatto che, insieme con le trasformazioni delle strutture sociali, vengano al contempo posti costantemente in primo piano gli individui e il loro problemi, conferisce a questo libro una portata che trascende quella di una semplice ricerca su un paese. Nel microcosmo si rispecchia il macrocosmo”.
In aggiunta io penso che I germanesi, o meglio, il lungo, impegnativo lavoro di ricerca che ne costituisce la base, abbia influito parecchio sulla formazione di Abate, lasciando tracce tangibili e durevoli persino sul suo modo di essere scrittore. Quando qualche anno fa, nel corso di un’ampia intervista (cfr. “l’Adige” del 27-06-1999), gli chiesi la verifica di questa mia ipotesi, egli rispose che I germanesi è stato davvero un libro fondamentale per lui, quello che lo ha fatto crescere di più come uomo e come scrittore, consentendogli di raggiungere una conoscenza approfondita della storia del suo paese, grazie alle oltre cento interviste narrative con la sua gente: “una miniera inesauribile di storie, spunti narrativi, ritmi, voci”. In quella stessa occasione Abate ha sottolineato con forza il ruolo svolto dalla sociologa Meike Behrmann, la cui presenza, oltre ad essere stata fondamentale per l’ideazione della ricerca, è risultata decisiva per l’acquisizione di quello che Abate chiama “il doppio sguardo”, interno ed esterno al Sud e all’emigrazione. Tale “doppio sguardo” ha permesso allo scrittore di esplorare, nei suoi romanzi successivi, quei mondi in profondità, evitando “quel tipo di analisi emotiva che sfocia spesso in vittimismo scontato e in denuncia sterile”, nonché “la retorica, la nostalgia esasperata o i toni troppo accorati, che sono i rischi più ricorrenti quando si narrano storie dal mondo dell’emigrazione o di una minoranza.”
In tal modo, già con il romanzo d’esordio Il ballo tondo (1991), Abate è riuscito a padroneggiare temi di forte portata sociale e a innestarli di volta in volta in vicende di ampio respiro, scrivendo pagine tra le più dense e coinvolgenti che si possano leggere da noi.
Grazie ad opere come Il muro dei muri (1993), La moto di Scanderbeg (1999), Tra due mari (2002), La festa del ritorno (2004) e Il mosaico del tempo grande (2006), quasi tutte uscite negli Oscar Mondadori, egli è ormai considerato scrittore di statura eccezionale da un numero crescente di critici italiani e stranieri.

Giudizi lusinghieri

Valgano a mero titolo d’esempio i nomi di Philippe-Jean Catinchi, che su “Le Monde” lo ha definito “bâtisseur de rêves” e “formidable conteur”, di Alfonso Berardinelli, che gli fa eco sul “Foglio” definendo Abate “un autentico narratore” e di Vincenzo Consolo che ne ha parlato come di "uno scrittore che si distingue per visione civile del mondo, impegno della memoria e originalità di scrittura." Giudizi assai lusinghieri che nascono dal puro, spassionato riconoscimento delle oggettive qualità dello scrittore calabrese: la capacità di condensare in folgoranti figure romanzesche complesse vicende individuali e collettive; la nativa attitudine a intrecciare in modo affascinante mito, cronaca, storia; uno stile potente e profondamente originale, con paragoni saporosi, impasti lessicali inediti (intersezioni tra italiano, calabrese, lingua arbëreshe e germanese), costrutti sintattici impregnati di fresca oralità. Insomma, una vera “festa della scrittura”, che sa essere ora evocativa, ora ironica, ora cantabile, senza mai un cedimento. Così Abate riesce a rendere al meglio il viluppo incandescente di memoria, di realtà, di fantasie e di sentimenti che gli urgono dentro e che richiamano come un’eco potente la fondamentale esperienza dei germanesi.

Giuseppe Col angelo

Carmine Abate e Meike Behrmann
“I germanesi”,

Ilisso Rubbettino, pp. 240, 5,90 euro

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da "Il Crotonese" del 15/18  Giugno 2007

Il sindaco soddisfatto per una scuola di cui c’è da vergognarsi
A Carfizzi la giunta comunale è soggetta
al volere delle donne

Leggo con piacere l’intervista fatta al Sindaco di Carfizzi. La prima cosa che ho capito è che siamo oramai alla frutta. Sembra che l’intervista sia fatta per far sapere al paese quello che è stato fatto in questi tre anni trascorsi, forse perché la gente non riesce a notare i progressi fatti e quindi va “aiutata” a capire?
Comincio con il rilevare che l’attuale giunta è formata da tre donne e due uomini, quello che si nota in tutti i discorsi fatti dalle “amministratrici” è che gli uomini in giunta non esistono, non vengono mai citati (anche nell’ultima intervista come si può benissimo notare), sembra che esistono solo per alzare la mano e votare quello che le donne propongono. Questa già è una prima fondamentale violazione di regole fondamentali.
Si dice in questa intervista, che i soldi del paese vengono spesi bene e con oculatezza. Si dice che negli anni passati si è mandato il bilancio a casa dei cittadini per far vedere come venivano spesi i soldi, infatti si recapitavano a casa 500-600 cartelle (al costo di?) per informare di niente i cittadini, nulla infatti poteva essere dedotto da un cittadino di questo paese del bilancio comunale da quelle cartelle. Lo stesso dicasi per i biglietti di auguri natalizi inviati a casa della gente.
Per non parlare poi delle varie feste, festicciole, sagre, patrocini ad inaugurazioni di aziende cirotane che nulla hanno a che fare con il paese e il suo sviluppo, forse per far vedere ai poco attenti una facciata diversa da quella reale.
Si vanta il Sindaco di aver fatto rinascere la biblioteca comunale e di puntare molto sulla scuola, peccato che, poco tempo fa, il Sindaco non si sia accorta e non abbia preso le distanze da un fatto successo nella scuola elementare del paese. È successo infatti che qualcuno degli insegnanti abbia lasciato a casa 4 bambini, mentre gli altri andavano in gita a Crotone e tra i motivi della sciagurata scelta di parte del corpo insegnante si portavano inesistenti quanto aleatori motivi burocratici per alcuni dei bambini mentre per altri si dice che siano lasciati stati a casa per motivi disciplinari, roba da scuola dell’ottocento.
Poco tempo prima, sempre nella stessa scuola, in una sorta di giornata del ricordo storico, si facevano sfilare i bambini con dei cartelli con su scritte “abbasso Hitler” o “abbasso Mussolini”, tutto certamente molto istruttivo, peccato però che agli stessi bambini non si facevano portare cartelli con scritte “abbasso il comunismo” o “abbasso Stalin” eppure anche loro, i Comunisti, mi pare quanto a dittature e crimini contro l’umanità non siano stati (e lo sono ancora il molti paesi, Cuba docet) secondi a nessuno. È questa la scuola di cui si fa vanto il nostro Sindaco? Cosa c’è da essere orgogliosi in questo? Pensi, piuttosto, il nostro Sindaco a comprare la carta igienica alla stessa scuola visto che mia figlia, così come tutti gli altri bambini non ne possono usufruire quando vanno al bagno della stessa. È stato anche detto a noi genitori di far portare la carta igienica ai bambini da casa poiché non si hanno soldi per comprarla, questa è la realtà sulla nostra scuola non le chiacchiere che si raccontano in giro o sui giornali.
Quale è dunque il cambiamento rispetto a prima, quale regola è cambiata e rispettata, quale nuovo modo di risolvere i problemi è stato assunto. Mi creda Sindaco in molti in paese rimpiangono il prima (non certamente io) non tanto per nostalgia del passato, molto di più per il presente che stanno vivendo.
Mi ricordo, poco dopo il vostro insediamento, avete “redatto” un regolamento comunale sugli incarichi e i servizi puntualmente non applicato; diciamo che avete preferito fare a modo vostro, cercando di far crescere e progredire le professionalità locali oltre che le imprese del nostro paese sempre a modo vostro.
Dice nell’intervista dei fondi Por, si è dimenticata di dire che quei fondi erano stati richiesti e ottenuti dalla precedente giunta, così come i fondi Pit. Gli unici fondi che siete riusciti a far arrivare in paese fuori dal bilancio comunale in tre anni sono i circa centomila euro in totale da dividere tra centro linguistico, la raccolta differenziata e qualche altra sciocchezza oltre alle quattrocento lampadine a risparmio energetico con le quali, a spese del paese, illuminate la strada che porta all’Ostello e che al paese non serve.
Il paese non ha bisogno di beneficenza (la sua tanto decantata indennità non riscossa), ha bisogno di amministratori che magari non puliscono i propri uffici perché hanno altro a cui pensare per il bene del paese.
Tra le tante cose che avete fatto si è dimenticata di parlarci della più grande cosa che avevate pensato per rilanciare il paese e cioè l’Ostello della Gioventù, come è andata a finire poi, si ricorda i 300-400-500-600 posti di lavoro di cui in pompa magna ha parlato in un convegno pubblico in piazza? Mi dirà che certamente state ancora definendo i dettagli con gli “universitari” che l’hanno rilevato, da come ha accuratamente evitato di parlarne nella sua intervista credo proprio che la frittata sia pronta per essere servita.
Così come una frittata è stata questa storia del cimitero e delle riscossioni che senza nessun ritegno avete inviato alla gente per pagare i tributi “non dovuti” nei termini da voi richiesti.
Mancano ancora due anni alla fine del suo mandato, ci pensi bene alla sua eventuale ricandidatura, la esorto a ricandidarsi non certo per il bene del paese ma solo per il gusto di farle capire quanto il paese le voglia bene per tutto quello che sta facendo.

Dr Emilio Lionetti
Un suo amministrato poco talentuoso

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da "GAZZETTA DI PARMA" del 15  Giugno 2007

L'alfabeto che non c'è
Si chiama «arbereshe», è una lingua di origini aIbanesi parlata in Calabria
e tramandata solo oralmente: un parmigiano ne ha fatto un libro di poesie

C'è forte nostalgia di una terra e di una vita lontane nei testi di Peppino Pompò, calabrese «trapiantato» nel Parmense che da 16 anni vive a Monticelli Terme e lavora a Parma. Nostalgia di Carfizzi, il paese d’origine di Pompò, una manciata di case nell’entroterra calabrese: della sua vita semplice, delle sue campagne, della sua gente. «E' un paesino a 600 metri d’altezza, in collina. Un posto - spiega Pompò - dove si vedono le stelle. Ma non come qui: là si prendono davvero con le mani». La si avverte netta, la nostalgia, nell’ultimo libro di poesie dell’autore calabrese, «Zero, uno, due, tre», edito da Pps, nel quale oltre a liriche in italiano (che spaziano dall’amore, tema ricorrente, al rapporto con Dio) ne compaiono altre in arbereshe (arberesco), la lingua della diaspora albanese nell’Italia del Sud nel XV secolo. Una lingua rimasta ferma a oltre cinquecento anni fa e arrivata fino ad oggi solo per tradizione orale: Pompò l’ha portata sulla pagina, dovendo tra l’altro fare i conti con un lessico fortemente ridotto (poiché molte parole sono andate perse). E' proprio nei testi in arbereshe che si percepisce più forte il legame con la terra d’origine, cui la lingua fa certo pensare: Carfizzi (Hora in arbereshe) è infatti uno dei centri italiani in cui ancora oggi quella lingua si parla, una piccola comunità che nei secoli ha saputo preservarla con l’uso e tramandarla. «Siamo arrivati dall’Albania circa cinquecento anni fa, a seguito delle invasioni musulmane, e da allora abbiamo mantenuto le nostre tradizioni e la nostra lingua. L’arbereshe è la mia lingua madre, è la lingua con cui comunico con mia moglie ed è quella con cui io ho imparato a parlare: il contatto con l’italiano l’ho avuto soltanto a scuola», dice Pompò, sottolineando che «le nostre favole, le nostre filastrocche, i nostri costumi, le nostre tradizioni: tutto è in arbereshe. L’arbereshe è la nostra identità». Un’identità peculiare, specifica, coltivata in Italia: «Se mi sento albanese? Noi non siamo albanesi. Siamo italiani prima di tutto, ma siamo più legati alle antiche tradizioni albanesi. Lo stesso arbereshe - spiega - non corrisponde affatto all’albanese moderno: è una lingua rimasta ferma a cinque secoli fa e preservatasi in piccole comunità. L’albanese moderno, invece, è il risultato di un’evoluzione».
Il primo libro di Pompò, «Amori, sogni e colori» (uscito sempre da Pps nel 1995), era tutto in italiano. «Poi però - racconta - mi sono reso conto  che noi, quando pensiamo, pensiamo in arbereshe, e poi per scrivere facciamo la traduzione simultanea in italiano senza rendercene conto. Allora, anche grazie al professor Ferraro di Parma che mi ha supportato, ho pensato di provare a scrivere in arbereshe. “La tua fonte è arbereshe. Se vuoi creare poesie che sgorgano pure, devi scrivere in arbereshe”, mi ha detto Ferraro. Così ho fatto».
Di lì a poco è nata la prima poesia, subito seguita da altre. L’operazione non è affatto facile, anche perché come detto l’arbereshe è ad oggi una lingua solo parlata. «Per certi versi - continua Pompò - abbiamo cercato un poco di “inventarla”, perché non. c’era niente: per alcuni suoni non c’è il corrispettivo di una lettera. Per non parlare del lessico: molte parole si sono perse, quindi devo lavorare con quello che c’è e che è rimasto. Venendo meno in questi decenni l’agricoltura, ad esempio, sono piano piano spariti tutti i termini legati ai campi e alla vita agricola. E' un peccato, naturalmente, perché tutto quello che c’era è destinato lentamente a scomparire: abitudini, tradizioni, anche la lingua. Una volta gli abitanti di Carfizzi erano 1.300, adesso sono cinquecento: secondo me fra cinquant’anni ci sarà solo una ventina di persone. Non c’è ricambio generazionale, tutto rischia di andare perso».

Lisa Oppici

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da "Il Crotonese" del 15/18  Giugno 2007

Rinnovata la devozione di Carfizzi per il Santo
portato in processione per tutto il paese
FESTA GRANDE PER SANT'ANTONIO

La comunità arbereshe di Carfizzi il 12 ed il 13 giugno, tra devozione, spettacoli e tradizioni ha festeggiato Sant’Antonio di Padova, patrono del piccolo centro del crotonese
Festa che ancora una volta, grazie al grande contributo della popolazione di Carfizzi, del lavoro del comitato, degli emigrati di Ludwigshafen e Ramscheid, nonostante le condizioni meteorologiche del 13 mattina, non ha deluso le aspettative.
Il giudizio, sia del comitato festa che della popolazione, è stato unanime: grande successo!
Nelle due giornate di festa la piccola statua lignea, venerata dai fedeli carfizzoti, ha percorso, accompagnata dalla banda musicale di Carfizzi e da tutta la comunità, le vie ed i vicoli, del centro albanofono che per l’occasione erano abbelliti dalle coperte di pizzo della tradizione arbereshe stese sui balconi e le finestre.
Quelle di martedì e mercoledì scorsi, sono state per tutti i carfizzoti due giornate di festa religiosa intensa.
A margine dei festeggiamenti religiosi, curati dal parroco don Vincenzo Ambrosio e dalle sue collaboratrici, le serate di piazza ed i festeggiamenti civili sono stati curati dal comitato feste che, anche quest’anno, nonostante lunghe discussioni e qualche polemica di troppo, ha dimostrato, nel momento del lavoro, compattezza e capacità organizzative.
Due sono stati i gruppi musicali che si sono esibiti nelle due giornate: i Collage e la Rino Gaetano band.
Nella prima serata le musiche dei Collage hanno riportato indietro nel tempo i tanti presenti che con i loro cori hanno accompagnato le due ore di spettacolo.
La seconda serata invece è stata allietata dalle musiche del compianto Rino Gaetano. Il gruppo romano, del nipote di Rino Gaetano, ha fatto letteralmente impazzire la piazza, che ha cantato ed applaudito, spellandosi le mani, tutte le canzoni.
Grande successo hanno riscosso i fuochi d’artificio che intorno alle 21,30 del 13 giugno si sono levati dalla valle di Sant’Antonio illuminando il cielo e le vallate sottostanti. Venti minuti di colori e giochi pirotecnici che, a tratti, hanno lasciato “a bocca aperta” tantissime persone.
Nelle due giornate ad accompagnare la statua c’erano, oltre ai fedeli, anche il sindaco della comunità albanofona, Caterina Tascione, l’arma dei Carabinieri della stazione di San Nicola dell’Alto, i volontari della Croce rossa di Carfizzi e le guardie venatorie volontarie dell’Analcaccia.

Michele Abate

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da "Il Crotonese" del 12/14  Giugno 2007

La neonata sezione di Carfizzi ha raccolto 15 sacche di sangue
L'AVIS COMINCIA BENE

Nata una ventina di giorni fa, l’AVIS di Carfizzi è già operativa.
L’associazione dei volontari del sangue carfizzota ha esordito domenica scorsa organizzando, nel piccolo centro albanofono, la prima giornata del donatore.
Dalle otto alle dodici di domenica mattina, nei locali della Casa comune, adibita dagli organizzatori a vero poliambulatorio, i cittadini di Carfizzi hanno potuto donare il sangue.
Buona è stata la partecipazione, sono state raccolte circa quindici sacche, un buon risultato se si pensa che quello di domenica è stato l’esordio della sezione locale e la prima volta di una iniziativa del genere nella piccola comunità.
Soddisfazione per la riuscita ed anche per la partecipazione è stata espressa sia dagli organizzatori locali che dai rappresentanti provinciali.
Sia per Giuseppe Romanino e Giusy Schipani, rappresentanti dell’Avis provinciale, che per la referente locale Emma Peluso, la partecipazione è stata buona ma si può migliorare, infatti sembra che si stia già pensando di organizzare nel piccolo centro arbereshe la seconda giornata del donatore, la data presumibilmente sarà scelta tra la fine di luglio e gli inizi di agosto, quando è più alta la presenza di cittadini in paese.
Carfizzi ancora una volta ha risposto bene. Per la buona riuscita della giornata del donatore meritano una menzione Emma Peluso e suo marito Silvio Bastone, Mimma Amoroso per l’organizzazione, l’Alex pub ed il Circolo Sant’Antonio per aver offerto la colazione a tutti i donatori.

Michele Abate

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da "Il Crotonese" dell'8 Giugno 2007

Carfizzi, una giunta che governa con saggezza femminile

Il venerdì prima della festa è il momento di fare le pulizie. E così al Comune di Carfizzi c’è un piccolo esercito di donne che rimette in ordine gli uffici. Molte sono Lsu, ma tra loro c’è anche una donna particolare: il sindaco Caterina Tascione che, ramazza in mano, si occupa di spazzare il suo ufficio.
E’ probabilmente in questo gesto del primo cittadino, eletto nel giugno del 2004, che va ricercato il simbolo distintivo dell’amministrazione Tascione.

Il rispetto delle regole

Un’amministrazione fatta da donne considerato che oltre al sindaco, anche i due assessori sono rappresentanti del gentil sesso: Marianna Leonetti (che è anche vicesindaco) e Dea Alfieri; è donna anche il capogruppo di maggioranza, Agostina Esposito, e quella di minoranza, Giacobba Marino.
Ma dopo tre anni cos’ha di differente un comune guidato dalle donne: “Ogni tanto - dice il sindaco Caterina Tascione - mi siedo e sfoglio il programma elettorale per il quale sono state eletta. Lo faccio per verificare se lo stiamo rispettando. Tre anni fa avevamo messo un punto fermo sulla certezze e sul rispetto delle regole. Regole che devono rispettare non solo i cittadini ma in primis noi amministratori. Regole come quelle di utilizzare i 15 Lsu con compiti precisi. Sì, penso proprio che il tocco femminile di questa amministrazione sia stato nel mettere ordine alle cose ed utilizzare i soldi dei cittadini in modo proficuo”.
Insomma, Carfizzi come una piccola grande famiglia di settecento abitanti dove il comune è veramente la casa di tutti: “Abbiamo constatato che nel paese non c’è un posto dove si possono fare fax e fotocopie e così, con una delibera apposita abbiamo deciso di mettere a disposizione gli strumenti del comune facendo pagare 50 cent per il fax e 10 cent per le fotocopie”.
E in questo senso di grande famiglia va anche un’altra scelta dell’amministrazione: “Negli anni passati abbiamo spedito a tutti i cittadini la relazione al bilancio per averne poi consigli e suggerimenti. Quest’anno abbiamo fatto, invece, un’assemblea pubblica per discutere insieme le problematiche di Carfizzi e cercare una soluzione. Proprio come farebbe una famiglia”.
Una famiglia che pur avendo tante idee, comunque, ha dovuto scontrarsi con tanti ostacoli causati, diciamo così, dai “parenti” importanti: “Quella di fare il sindaco di un piccolo centro come Carfizzi - sottolinea Caterina Tascione - è un’esperienza bella e gratificante perché sta procedendo nel modo in cui io intendo la politica, stare al servizio degli altri. Anche se spesso si cozza su ostacoli burocratici. A livello comunale abbiamo diversi progetti già portati avanti, ma spesso questi si fermano quando le competenze passano ad altri enti e spesso, a pagarne le conseguenze sono i comuni e le loro amministrazioni. Faccio un esempio: abbiamo progettato, appaltato e già realizzato due strade interpoderali attraverso i finanziamenti del Por. Da due anni, però, siamo ancora in attesa che la Regione ci mandi i soldi di quel finanziamento per cui, oltre a subire un’ingiunzione dalla ditta che ha eseguito i lavori, abbiamo dovuto fare un’anticipazione di cassa per pagarla. E’ un problema di ordine burocratico che nasce dalle difficoltà con cui si muove la macchina amministrativa; penso che ci voglia solo un po’ di volontà per mettere ordine negli uffici e farli funzionare”.
Una volontà che non è mancata alle donne amministratrici di Carfizzi: “Le donne - spiega Caterina Tascione - devono sempre dimostrare di saper lavorare meglio degli uomini. Io non ho mai avuto nessuna difficoltà, soprattutto nel rapporto con gli impiegati: perché con loro abbiamo parlato chiaro da subito anche perché io mi sono posta sempre con interrogativi e mai con esclamativi. Probabilmente il fatto che il comune sia guidato da un gruppo di donne ha dato più fastidio ai cosiddetti intellettuali che si sentono feriti da questa situazione”.
Andando alla pratica quotidiana, il sindaco Tascione spiega anche quello che è stato fatto al di là delle parole: “Nei primi due anni abbiamo portato a compimento, pagando i mutui, alcune opere importanti che erano state avviate dalla precedente amministrazione ed altre meno importanti di cui si poteva fare a meno. Abbiamo anche rinegoziato i mutui. Adesso stiamo predisponendo i nostri progetti per la ristrutturazione del cimitero, per il quale abbiamo previsto una spesa di 150 mila euro, e per l’arredo urbano dove ci sono disponibili 50 mila euro. A proposito di cimitero stiamo mettendo a punto il regolamento che non è mai stato fatto applicare dalle precedenti amministrazioni. Così ora stiamo chiedendo ai cittadini di pagare il dovuto per gli atti di concessione tenendo presente una cosa: non sono i carfizzoti ad essere in difetto, ma è il comune che non aveva mai chiesto i pagamenti dovuti. Per questo abbiamo previsto anche la possibilità di rateizzare le somme”.
Come le perfette massaie, le amministratrici di Carfizzi hanno dovuto ben disporre dei soldi della loro piccola grande famiglia: “In questo periodo si parla tanto di costi della politica: il nostro è un comune che costa pochissimo: io, lavorando anche a scuola, ho lasciato come promesso la mia indennità, gli assessori hanno una indennità minima e cerco di convocare i Consigli solo quando abbiamo molti punti da dibattere. In totale nei cinque anni della mia amministrazione, spenderemo circa 84 mila euro in meno. Stiamo provando a far fronte a costi altissimi come quello relativo alla convenzione con l’Akros per la raccolta dei rifiuti, con un progetto per la raccolta differenziata porta a porta che, oltre a permettere a due ragazze Lpu di lavorare, sta già dando i suoi frutti e comincerà a far pagare bollette meno salate ai cittadini”.
In un comune visto come famiglia, una delle attività principali è senza dubbio la solidarietà tra appartenenti al nucleo familiare. Ma non solo: “La gente di Carfizzi - evidenzia il sindaco - è nota per la sua ospitalità. Noi abbiamo sfruttato questa caratteristica per convogliarla verso il volontariato e sfruttarla per creare opportunità di lavoro. Come accade con il Centro di accoglienza per donne disagiate dove sono occupate sei persone. Abbiamo offerto, oltre alla sede, tutto il nostro aiuto per creare, insieme con i ragazzi di San Nicola dell’Alto, la Croce rossa. Abbiamo messo a disposizione strutture comunali chiuse per creare centri di aggregazione”.
Questa politica dell’accoglienza ha portato anche ad un aumento dei bambini a Carfizzi: “Io ritengo che la scuola, forse perché sono un’insegnante, sia il futuro di Carfizzi. Grazie alla presenza del Centro di accoglienza per le donne disagiate, sono aumentati gli abitanti e, in particolare, i bambini che hanno prodotto anche la richiesta di una unità in più nella scuola. Una cosa che non accadeva da anni. Noi dobbiamo far restare la gente qui, dobbiamo creare economia locale anche attraverso opportunità come il centro di accoglienza. Ad esempio abbiamo ottenuto che il Copross, che si occupa della struttura, dia lavoro ai sei giovani del paese e spenda a Carfizzi i soldi per fare la spesa. Possono sembrare piccole cose che, però, in un paese di piccole dimensioni risultano importanti per creare economia. Sicuramente dobbiamo migliorare i collegamenti con i centri importanti: abbiamo chiesto, ad esempio, di rivedere gli orari dei pullman per e da Cirò Marina che al momento creano disagi alla popolazione anziana”.
L’idea più grande di Caterina Tascione è quella di rendere Carfizzi un paese perfetto: “Stiamo lavorando al Piano strutturale associato che, naturalmente, conterrà anche caratteristiche tipiche della cultura arbereshe: vogliamo rivalutare la case abbandonate, ristrutturare a parte antica del paese per farla diventare una sorta di paese hotel; rivalutare il bosco con le stradelle interpoderali, creare strutture sportive. Io sono ottimista: penso che il futuro sia dei piccoli comuni, perché le città ormai scoppiano”.

Il mio vanto? La biblioteca

Infine, prima di salutarci, Caterina Tascione ci porta nella biblioteca comunale: “Questo è il mio vanto. E’ una struttura recuperata completamente anche grazie alle donazioni dei cittadini di Carfizzi che hanno portato qui tanti libri mettendoli a disposizione di tutti. Siamo passati dai 350 a 3.000 libri. L’abbiamo arredata andando in giro personalmente nei vari centri di bricolage ad acquistare scaffali, sedie, tavolini. L’abbiamo fatta con amore ed in economia. Questo è il centro della cultura carfizzota e, soprattutto, arberesche”.
E sulla cultura arbereshe arriva la chiosa: “Questa amministrazione ha puntato immediatamente sulla nostra caratteristica di essere minoranza creando, insieme con gli altri comuni di Pallagorio e San Nicola dell’Alto, attraverso le misure dedicate del Por, il distretto arberesche che ci permetterà di avere benefici finanziari per valorizzare la nostra ‘diversità’ e farla diventare economia. Il 2007 è stato un anno fantastico sotto questo punto di vista: dalla creazione del distretto arberesche alla promozione ricevuta in Tv attraverso Sereno Variabile; abbiamo un grande rapporto con Carmine Abate ed con il coordinamento degli emigrati”.
Emigrati che fanno parte integrante della famiglia di Carfizzi: “A Natale ho mandato, con una piccola spesa di 150 euro, i biglietti di auguri a tutti gli emigrati che non hanno mancato di ringraziare, mentre agli impiegati ho regalato una bottiglia di vino con tanto di dedica. Noi puntiamo a valorizzare la persona, i talenti locali, facendoli sentire parte di una grande famiglia. La nostra politica è questa”.
Sarà un caso, ma appena si entra nella biblioteca c’è una poesia di Alda Merini “Inno alla donna”. Un segnale di una possibile ricandidatura tra due anni? “No comment” dice il sindaco che, però, aggiunge: “Certo ci sono ancora tanti lavori in corso”.

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da "Il Crotonese" del 29-31  Maggio 2007

Gli alunni delle scuole di San Nicola e
Carfizzi ripercorrono le tradizioni dei loro paesi
LE COMMOVENTI 'VAGHE' ARBERESHE

“La nostra storia…chi siamo…chi eravamo”, è stato questo il tema della terza edizione della “Giornata dell’amicizia” organizzata dalla scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado di San Nicola dell’Alto.
L’iniziativa, che rientra nell’ambito dei progetti voluti dal ministro dell’istruzione Fioroni “La scuola siamo noi”, ha riscosso un buon successo.
La manifestazione, coordinata dalle professoresse Barbara Loiacono e Carmela Buccieri, si è svolta venerdì scorso presso l’anfiteatro di Carfizzi ha visto protagonisti gli alunni delle scuole medie delle due comunità albanofone di Carfizzi e San Nicola.
Gli allievi, che per l’occasione indossavano i costumi tradizionali arbereshe, in lingua minoritaria hanno rappresentato egregiamente “Lutje e nisjes” (preghiera della partenza).
Con la loro bravura e semplicità hanno fatto riviere, ai tanti presenti, il dramma e l’esodo verso nuove terre vissuto dal popolo albanese dopo la morte del loro uomo simbolo ed eroe di tante battaglie Skanderbeg.
Una manifestazione, quella di venerdì scorso, che ha riscosso il grande apprezzamento da parte di tutti, del pubblico, del dirigente scolastico Emilio De Simone entusiasta della buona organizzazione, ma soprattutto della bravura dei giovani attori, e dello scrittore Francesco Cosco, autore del libro sull’eroe albanese Skanderbeg “Skanderbeg. Il sole di Kruje”.
Le “vaghe”, i canti ed i suoni arbereshe hanno commosso e fatto tornare indietro con la memoria l’ex preside della scuola media di San Nicola e Carfizzi Carlo Ripolo, impegnato, già durante la sua dirigenza, a far rivivere e riscoprire le tradizioni delle due comunità.
Una giornata, quella di venerdì, proprio all’insegna dell’amicizia e nella quale hanno avuto un ruolo determinante le mamme degli stessi alunni che per giorni hanno lavorato alla buona riuscita della stessa, preparando dolci tipici ed esponendo gli ori e le coperte tradizionali.
Una bella manifestazione che ha messo in luce una scuola, docenti, dirigenti e alunni, attiva e viva sul fronte della riscoperta e della valorizzazione delle tradizioni locali.

Michele Abate

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da "Il Crotonese" del 25-28  Maggio 2007

Progetto del "Parto delle nuvole pesanti"
SI CONCLUDERA' A CARFIZZI "IL VIAGGIO DELL'IDENTITA'"

“La valigia d’identità” farà tappa anche a Carfizzi.
Il progetto musico-culturale itinerante, nato da un’idea di Salvatore De Siena, leader de “Il parto delle nuvole pesanti”, nonché direttore artistico dello stesso progetto, si concluderà l’8 agosto all’anfiteatro comunale, proprio nel piccolo centro albanofono del crotonese, alla presenza dello scrittore Carmine Abate che coordinerà la serata culturale che avrà come argomento le giovani generazione dei germanesi.
A Carfizzi “La valigia d’identità” avrà il momento clou dell’ormai storica Festa del ritorno, unica festa simbolo del crotonese dedicata al ritorno degli emigrati nella terra natia.
Il “viaggio” già partito da Stoccarda lo scorso 9 maggio ha fatto tappa, dal 16 al 18 maggio, a Colonia, dove è stato presente anche Carmine Abate che ha presenziato il dibattito “La valigia dello scrittore”, e dal 25 al 28, a Berlino.
Concluso il tour in Germania, la carovana proseguirà il suo viaggio in Italia toccando i territori ed i luoghi delle vecchie e nuove migrazioni: Rimini, Napoli, Crotone, Vibo Valentia, Strongoli, Pendattilo e Carfizzi.
Il progetto non prevede solo concerti ed incontri culturali. Durante le varie tappe saranno effettuate delle riprese che, a conclusione del tour, verranno utilizzate dalla Luna Film per la produzione di un film documentario dal titolo “La valigia d’identità”che avrà protagonisti Lena Reichout e gli artisti de “Il parto delle nuvole pesanti”.
Inoltre, a testimonianza ed a conclusione dell’esperienza, a cura di Silvana Marra, sarà pubblicato un libro diario contenente riflessioni, foto e memorie di tutto il viaggio.

Michele Abate

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da "Il Crotonese" del 8-10  Maggio 2007

Nonostante l'incessante pioggia si è svolta la tradizionale festa del Primo maggio
DALLA MACEDONIA ALLA MONTAGNELLA PER STUDIARE LE TRADIZIONI ARBERESHE

Studiare la lingua e la cultura dei popoli arbereshe di Calabria.
È stato questo l’obiettivo del gruppo di studenti e docenti, di lingua albanese, dell’Università UEJL di Tetov in Macedonia.
Studenti e docenti nel corso della scorsa settimana hanno visitato i centri albanofoni presenti in provincia di Cosenza, dove hanno anche alloggiato, e quelli della provincia di Crotone.
A far visita nelle cittadine del crotonese sono arrivati il giorno del Primo maggio.
“Ci interessa conoscere come si è conservata la lingua, la tradizione e la cultura arbereshe dei popoli arbereshe di Calabria”, ci dice il professor Zeqir Kadriu.
“Ci interessa sapere come si è conservata la cultura arbereshe e quanto e come si impara la lingua arbereshe. Vogliamo studiare la vita degli arbereshe qua in Calabria”.
Fin dal loro arrivo in Calabria il gruppo si è messo alla ricerca di informazioni sulle popolazioni arbereshe presenti in regione con l’obiettivo di preparare e pubblicare uno studio sulla cultura albanofona calabrese.
“In questi giorni, stando in giro per i paesi abbiamo acquisito molte informazioni, oggi siamo qui per informarci sui tre paesi arbereshe della provincia di Crotone, aggiunge il professor Kadriu. Ci piace e ci incuriosisce l’unità di questi tre piccoli paesi ed il legame delle popolazioni”.
Dopo aver partecipato alla manifestazione della Montagnella ed aver visitato i comuni albanofoni del crotonese il gruppo è rientrato a Cosenza.

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Michele Abate

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da "Il Crotonese" del 4-6  Maggio 2007

Nonostante l'incessante pioggia si è svolta la tradizionale festa del Primo maggio
IL POPOLO DELLA MONTAGNELLA

Neanche la pioggia ha fermato il popolo della Montagnella.
Nonostante la poca clemenza del tempo, quella che quest’anno è stata l’89 edizione della festa del lavoro, organizzata dalle tre comunità albanofone Carfizzi, Pallagorio e San Nicola, con il patrocinio della Provincia di Crotone e della Comunità montana dell’alto crotonese, si è celebrata, sotto un’incessante pioggia, regolarmente.
Pochi sono stati quelli che se ne sono andati, molti quelli che, sfidando le intemperie, sono rimasti fino alla fine.

Un primo maggio che a Carfizzi è iniziato intorno alle 9.00 con il ritrovo in piazza dei cittadini da dove è partito, accompagnato dalle note dell’Inno dei lavoratori intonato dalla banda musicale di Carfizzi, il corteo verso la Montagnella, dove ad attendere c’erano le autorità politiche e sindacali e tanta gente giunta da tutta la provincia, gli stand gastronomici e la bella mostra fotografica sul Primo maggio alla Montagnella organizzata dalla biblioteca comunale di Carfizzi.
Una serie di foto, storiche, che ripercorrono oltre quarant’anni di storia della Montagnella.
Un primo maggio quello di quest’anno dedicato alla sicurezza sui luoghi di lavoro ed alle morti bianche per le quali, prima degli interventi delle autorità, si è osservato un minuto di silenzio.
Ad aprire gli interventi istituzionali è stato il sindaco di Carfizzi Caterina Tascione: “La Montagnella, ha esordito, è luogo di tanti ricordi ma anche di tante battaglie politiche, che hanno segnato la storia democratica di quasi un secolo, la storia degli operai e contadini del crotonese, la storia dei tre paesi arbereshe”.
Nel suo intervento la Tascione ha toccato una serie di questioni di grande attualità come la precarietà del lavoro, la perdita dei valori ed il miglioramento della qualità della vita.
Prima di concludere il primo cittadino di Carfizzi ha voluto ricordate la figura di Giovanni Lamanna, uomo simbolo di tante lotte al fianco dei contadini per la conquista delle terre.
Quindi è intervenuto il sindaco di Pallagorio Francesco Rizzuti che ha parlato di primo maggio non solo come momento di ritrovo ma soprattutto di luogo dove poter affermare e riscattare la propria identità e la Montagnella deve essere punto di partenza.
Per il sindaco di San Nicola Vincenzo Pace, bisogna capire le origini del primo maggio: “Tutti noi vediamo questa manifestazione come un rito, dobbiamo capire da dove viene e dove ci porta, e quali sono gli elementi che hanno consentito che il primo maggio sia la festa del lavoro”.
“Parlare di lavoro, ha proseguito, nel nostro territorio dove il lavoro non esiste se non per pochi privilegiati, è difficile. Mi auguro che nei prossimi giorni insieme ci ritroviamo per creare le condizioni per uno sviluppo del territorio”.
“E’ una sfida, ha concluso Pace, dobbiamo cambiare pagina, io credo che, da oggi in poi, in questo circondario si cambierà pagina solo se c’è il contributo di tutti”.
Il presidente della provincia Sergio Iritale ha detto che il Primo maggio alla Montagnella è una bellissima manifestazione “perchè è la testimonianza di una partecipazione molto sentita”.
“Questi momenti ha aggiunto Iritale, servono per fare alcune riflessioni su quello che è oggi il mondo del lavoro. Se guardiamo alle ottantanove edizioni che hanno caratterizzato questa manifestazione, molte cose sono cambiate, grazie soprattutto alle battaglie”.
“Non dobbiamo perdere la speranza, ha concluso il presidente dell’ente intermedio, anche oggi ce la possiamo fare, e ce la facciamo nella misura in cui guardiamo a quei valori di una cultura politica che ci è appartenuta e ancora ci appartiene”.
Quindi è intervenuto il segretario provinciale della Uil Mimmo Tomaino e la segretaria regionale della Cgil Vera Lamonica.
Nel suo intervento la sindacalista ha ricordato le condizioni di precarietà in cui vivono migliaia di giovani calabresi. “Fermiamoci a riflettere, ha detto, perché è necessario cambiare rotta. A questa regione serve una classe dirigente che sappia guardare ai valori generali, capace di guardare al bene di tutti e non a quello di pochi. Questa è una regione nella quale i nostri giovani devono chiedere diritti e non piaceri”.
“Per realizzare questi cambiamenti, ha concluso, è necessario che il popolo del lavoro sia ancora qui alla Montagnella perché questo è ancora un popolo capace di mobilitarsi e di costruire mobilitazione”.
Conclusi gli interventi delle istituzioni il “popolo della Montagnella”, sotto una battente pioggia, ha consumato, tra i gazebo ed i lecci, un ricco buffet offerto dall’amministrazione comunale.
Durante la giornata il vice sindaco di Carfizzi Marianna Leonetti, ha premiato i vincitori della seconda edizione del premio di scrittura arbereshe, organizzato dell’istituto comprensivo di Pallagorio e dedicato ai bambini delle scuole elementari e medie dei tre comuni. Per la scuola primaria di San Nicola dell’Alto sono risultati vincitori: Sara Garrubba, Antonio Astoriono, Michela Pacenza, Daniele Rizzo e Eleonora Turano. Per la scuola secondaria di primo grado sempre di San Nicola sono stati premiati Sonia Bastone, Michele Guzzo e Luca Garrubba. Per la scuola di Pallagorio ha vinto la classe quinta della scuola primaria, mentre a Carfizzi sono stati premiati tutti gli alunni delle scuole elementari
.

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Michele Abate

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da "Il Crotonese" del 1-3  Maggio 2007

Dopo 88 anni sono cambiati gli ideali, ma quella montagna tra i comuni arbereshe resta un simbolo
QUELL'AREA DI LOTTE POLITICHE DELLA MONTAGNELLA

Il 1° maggio 1919 fu la prima volta della Festa del lavoro alla Montagella.
Quel giorno tanti braccianti si ritrovavano alla Montagnella per celebrare la festa del lavoro.
Era il primo maggio del dopo la fine della Prima guerra mondiale quando gli uomini e le donne dei tre comuni albanofoni dell’Alto crotonese, guidati da un giovane ufficiale medico Pasquale Tassone, decisero di ritrovarsi su quella montagna per celebrare la festa dei lavoratori.
Fu, grazie all’incessante opera culturale, politica e professionale di quel medico che la Montagnella divenne il simbolo del riscatto.
È da allora che i popoli del “triangolo” arbereshe della provincia di Crotone si incontrano per festeggiare il giorno dei lavoratori.
Una festa, quella celebrata su quella montagna incastrata tra Carfizzi, Pallagorio e San Nicola dell’Alto, fatta di uomini e donne umili e semplici, ma ricchi di valori e ideali, di quegli ideali che li hanno portati a lottare e a conquistare diritti e libertà.
Dai tre paesi partivano lunghi cortei di uomini e donne, seguiti dai loro asini e muli carichi di vivande. Cortei dove il colore predominante era il rosso delle bandiere e dei foulard legati attorno al collo.
La meta era la Montagnella, lì avrebbero celebrato la festa dei lavoratori, prima sentendo il comizio del “forestiero” di turno che arrivava da Crotone e poi consumando la “spesa” e ballando la “vagha”.
In molti a Carfizzi si ricordano le tante feste dei lavoratori trascorse alla Montagnella.
Emanuele Affatato vecchio militante comunista ed ex consigliere comunale ricorda di come negli ultimi vent’anni gli ideali presenti nell’immediato secondo dopoguerra alla Montagnella sono stati sostituiti dagli interessi personali. Ad Emanuele gli fa eco Francesco Belmonte, tessera del Pci già all’età di quindici anni: “Oggi ci sono troppi interessi, dice Belmonte, nessuno pensa più al poverello. Allora c’era un’ideologia da difendere”.
Peppe Parrotta , vice sindaco comunista di Carfizzi a cavallo tra gli anni cinquanta e sessanta, ricorda il Primo maggio alla Montagnella come “festa rossa”: “Alla Montagnella gli unici che andavano a festeggiare erano i comunisti ed i socialisti, esponenti di altri partiti non se ne vedevano”.
Forse i vari Affatato, Belmonte e Parrotta hanno ragione, quegli ideali, che la loro generazione portava il giorno del 1° maggio alla Montagnella, “consumati” dalla storia non ci sono più, ma su quella montagna ancora oggi, dopo ottantotto lunghi anni, è possibile respirare un’aria intrisa di storia di lotte, di passione politica e di tradizione.

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Michele Abate

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da "Il Crotonese" del 27-30  Aprile 2007

La capogruppo di opposizione, Giacobba Marino, denuncia la discriminazione
CARFIZZI, CINQUE BAMBINI LASCIATI A SCUOLA MENTRE GLI ALTRI SI RECANO IN GITA A CROTONE

L’episodio è accaduto venerdì scorso alle scuole elementari di Carfizzi. Cinque alunni, a dispetto degli altri, non sono stati portati in visita di istruzione nelle biblioteche di Crotone. Ciò è stato oggetto di discussione e polemica in seno all’ultimo consiglio comunale.
A sollevare il caso è stato la capo gruppo di minoranza Giacobba Marino che, prima di concludere il suo intervento sul bilancio, ha voluto porre all’attenzione del consiglio il fatto: “Ieri purtroppo a scuola è successo un fatto increscioso, ho avuto modo di parlare con alcuni genitori e, sinceramente, questa cosa non fa onore alla nostra scuola. A mio avviso c’è stato una discriminazione nei confronti dei bambini che si sarebbe potuto evitare”.
Sembra che i bambini siano stati lasciati a scuola, alcuni per motivi burocratici, non era stato consegnata il giorno prima l’autorizzazione firmata dai genitori, altri per questioni disciplinari.
La prima a rispondere alla consigliera Marino è stato il sindaco Caterina Tascione “Per quanto riguarda la scuola, l’amministrazione ritiene che è il futuro. Istruire i nostri bambini significa avere un futuro sicuramente migliore”.
“Nella scuola, ha continuato il primo cittadino, ci sono determinate regole alle quale ogni insegnante deve attenersi”.
Quindi è intervenuta il vicesindaco nonché insegnante presso il plesso di Carfizzi, la quale ha sostenuto che dalla minoranza c’è qualcuno che cavalca qualche cavallo di battaglia : “Questa è una scuola che non lavora sulle discriminazioni”, ha detto il vicesindaco. “Se ci sono genitori che vogliono avere delle spiegazioni la scuola è aperta, ha proseguito. Tutte le politiche culturali che sono state attivate da questa amministrazione nei confronti della scuola sono infinite”.
“Sulle regole che si instaurano a scuola, si instaurano tra due persone, tra due interlocutori, insegnanti e bambini, e i genitori sono fuori dal discorso delle regole dirette, nel discorso delle regole indirette sono direttamente coinvolte. Noi lavoriamo sul discorso delle regole e non è facile”.

Michele Abate

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da "Il Crotonese" del 24-26  Aprile 2007

Carfizzi, nella seduta del 21 aprile
BILANCIO APPROVATO IMMUTATE LE TARIFFE
Alti i costi per loculi e tombe

Contestazioni al regolamento di polizia mortuaria che risale al 2000
Il consiglio comunale, nella seduta di sabato scorso, ha licenziato il bilancio di previsione per l’esercizio 2007 e il programma triennale dei lavori pubblici per gli anni 2007/2009.
Un consiglio in cui si è discusso più che di bilancio, di regolamento cimiteriale e di tariffe per la concessione di loculi e costruzione tombe.
In queste settimane la maggior parte delle famiglie carfizzote si sta vedendo recapitare cartelle di pagamento per il rinnovo delle concessioni sia dei loculi che delle tombe. Cartelle la cui somma varia a seconda che si tratta di loculo o tomba, oltre 200 euro per i primi e circa 550 per le seconde mentre, la durata per entrambe è venticinquennale. Sia le tariffe che la durata sono stabilite nel regolamento comunale di polizia mortuaria approvato nel 2000.
È stato il consigliere di minoranza Michele De Paola che ha introdotto l’argomento. Secondo De Paola sia il regolamento vigente che tariffe andrebbero modificate: “è vero il regolamento voi l’avete trovato, ma se non va bene e visto che deve essere applicato vanno fatte delle modifiche. Quando avete ritenuto di dover fare delle modifiche anche nelle opere pubbliche già esistenti le avete fatte, perché avete ritenuto che non erano giuste. Così se ritenete che questo regolamento andava modificato poteva essere fatto. Noi siamo qua, voi amministrazione siete qua perché se c’è qualcosa che non va bene va modificata”.
Sul punto è intervenuto il sindaco Caterina Tascione: “Come amministrazione abbiamo cercato di affrontare il problema in consiglio comunale, ha esordito la Tascione, ma la volta che era all’ordine del giorno voi consiglieri di minoranza ve ne siete andati”.
“La prima cosa che come amministrazione abbiamo iniziato a fare è l’applicazione del regolamento vigente ed abbiamo a iniziato a mandare i bollettini di pagamento”. Nel suo intervento il sindaco ha annunciato che ha dato mandato ad un legale per cercare di risolvere la questione e si è detta disponibile a trovare le migliori soluzioni possibili ed a modificare il regolamento. Sull’argomento ci sono stati interventi anche dal pubblico, come ad esempio quello del signor Franco Pompò secondo il quale i regolamenti sia quello vecchio del 1985 che quello nuovo del 2000 “dicono e non dicono. Il vecchio va a regolamentare le sepolture e non dice che devo pagare cinquecento euro. Facciamo un nuovo regolamento, non andiamo ad applicare regolamento vecchi di anni”.
Tornando ai punti all’ordine del giorno, il programma triennale delle opere pubbliche prevede la realizzazione di una serie di lavori, che vanno dal completamento del centro storico ed il completamento dell’arredo urbano, alla realizzazione del laboratorio artigianale (progetto questo presentato dalla vecchia amministrazione e ripreso dall’attuale), completamento del cimitero e della sede municipale e di altre opere sia urbane che extraurbane. Il piano è stato approvato all’unanimità dei consiglieri presenti.
Quindi si è passati a discutere di bilancio, sull’argomento ha prima introdotto il sindaco, con la lettura della relazione politica e poi ha relazionato il ragioniere Francesco Tocci. “Per pareggiare il bilancio, ha detto il ragioniere, quest’anno ci sono state meno difficoltà rispetto agli anni passati, grazie ai maggiori trasferimenti da parte dello Stato di 104mila euro ai sensi della finanziaria che prevede per i comuni fino a 5000 mila abitanti con popolazione residente ultra 65enni superiore del 30% ha previsto questo ulteriore trasferimento”. Importante la sottolineatura sulle tariffe che, rispetto al 2006, rimangono invariate.
Sul punto è intervenuta la capogruppo della minoranza, Giacobba Marino, che si è detta soddisfatta della relazione sul bilancio del sindaco e contenta del fatto che l’amministrazione porti avanti alcuni dei progetti presentati dalla vecchia amministrazione.
Il bilancio ha avuto i voti favorevoli dei soli consiglieri di maggioranza, mentre la minoranza si è divisa: la Marino si è astenuta, mentre De Paola ha votato contro.

Michele Abate


da "Il Crotonese" del 17-20  Aprile 2007

Carfizzi, nella seduta dell'11 aprile
DISTRETTO ARBERESCHE CONSIGLIO D'ACCORDO: APPROVATO LO STATUTO

Quattro sono stati i punti all’ordine del consiglio comunale dell’11 aprile scorso.
Il civico consenso, sotto la presidenza del sindaco Caterina Tascione, ha approvato: i verbali della seduta precedente; il regolamento dell’associazioni intercomunale tra i comuni di Carfizzi, Pallagorio e San Nicola, che compongono il distretto arbereshe; le modifiche allo statuto del Copross; ed il riconoscimento di circa 54mila euro di debiti fuori bilancio.
Approvati i verbali della seduta precedente, il sindaco ha introdotto, attraverso la lettura degli articoli che compongono lo statuto dell’associazione del distretto arbereshe, il secondo punto.
Scopo principale del nuovo organismo è quello, come si legge negli articoli, di esercitare in forma associata una serie di attività: politiche giovanili, culturali, sociali, scolastiche, di sviluppo economico del territorio, della valorizzazione della lingua arbereshe, della tutela dell’ambiente e di tutte quelle materie di competenza comunale, con l’obiettivo di migliorarne la qualità di quelli già erogati e progettarne dei nuovi.
Sull’argomento, oltre all’intervento dei consiglieri di minoranza, che si sono detti d’accordo sulla nascita dell’associazione, si è registrato quello del consigliere di maggioranza Andrea Amodeo che ha proposto la costituzione di una commissione ad hoc, parallela all’associazione, e composta da soggetti esterni al consiglio comunale, per la valutazione dei progetti e dei settori di intervento.
La proposta del consigliere Amodeo però è stata respinta, e lo statuto è stato approvato all’unanimità dei presenti, così come all’unanimità sono state approvate le modifiche allo statuto del Consorzio provinciale per i servizi sociali.
Quindi si è passati a discutere dell’ultimo punto, il riconoscimento di 54mila euro di debiti fuori bilancio, che il comune dovrà pagare ad una impresa edile che da circa un anno ha concluso i lavori di costruzione di una strada interpoderale ed ancora non ha riscosso l’intera somma. Il ritardo del pagamento da parte del comune è dovuta al mancato trasferimento dei fondi da parte della Regione Calabria. Quest’ultimo punto è stato approvato dai soli consiglieri di maggioranza, mentre quelli di minoranza si sono astenuti.

Michele Abate


da "Il Crotonese" del 13-16  Aprile 2007

Iniziativa con la cittadina di Ludwigshafen
CARFIZZI INCONTRA I SUOI 'GERMANESI'

Bella manifestazione quella svolta martedì scorso presso i locali della Casa Comune.
Una manifestazione durante la quale i carfizzoti residenti a Carfizzi, hanno “incontrato”, attraverso la proiezione del documentario “Ludwigshafen vi saluta”, i tanti loro compaesani presenti nella città tedesca, dove da oltre mezzo secolo vivono, soprattutto nel quartiere Friesinheim moltissimi “germanesi”, (si parla di quattro generazioni) tanto da definire lo stesso quartiere “Piccola Carfizzi”.
Una iniziativa organizzata e voluta dall’amministrazione comunale di Carfizzi in collaborazione con l’Associazione culturale Rhein-Neckar di Ludwigshafen.
All’incontro hanno preso parte, oltre al sindaco di Carfizzi, Caterina Tascione, la consigliera comunale di Ludwigshafen Eleonor Hesner, l’insegnante e regista Gisella Wih, l’assistente sociale della Caritas Silvia Burrini, Britta Hammer insegnante di tedesco presso l’università di Berlino, il giornalista Christian Schreider , la studentessa “carfizzota e germanesa” Elvira Iannone, lo scrittore Carmine Abate ed il presidente dell’associazione Amici del tedesco Loris Rossetto.
“Questa sera si incontrano i carfizzoti i germanesi ed i tedeschi, ha esordito il sindaco di Carfizzi Caterina Tascione. Un evento molto importante per Carfizzi, storico, perché la nostra storia è legata alla Germania ed in particolar modo a Ludwigshafen”.
A Ludwigshafen, infatti, è legata gran parte dell’emigrazione carfizzota del secondo dopo guerra. Alla città industriale tedesca sono legati gli affetti, le storie, i sacrifici e le sofferenze di tanti cittadini di Carfizzi.
Nei locali della Casa Comune, oltre alle istituzioni, erano presenti tanti ex-emigranti.
Erano presenti tanti carfizzoti che nella città dell’ “Anellino”, così veniva chiamata la fabbrica chimica della Basf, hanno trascorso oltre trent’anni della loro vita.
Anni di sacrifici affrontati lontano non solo dal paese natio ma, spesso, anche dalla famiglia che restava in paese.
Alla vista del documentario, commentato da alcuni dei carfizzoti residenti a Ludwigshafen e girato proprio nei luoghi delle fabbriche dove per anni hanno prestato il loro lavoro ed in quel che restava delle “baracche” dove vivevano, nei loro volti traspariva una grandissima emozione.
Carmine Abate, ha definito la manifestazione: “bellissima perché coinvolge tutti noi”. Per Abate il tema dell’emigrazione deve essere posto al centro dell’attività politica perché il paese ideale è quello che comprende i carfizzoti residenti a Carfizzi ed i carfizzoti emigrati.
Nel suo intervento lo scrittore ha annunciato che nel prossimo mese di agosto Carfizzi entrerà a far parte del progetto messo in piedi dal famoso gruppo calabrese Il parto delle nuvole pesanti “Valigia dell’identità”, che partirà da Colonia e percorrerà i paesi e le città dell’emigrazione italiane per giungere nei primi giorni di agosto nella comunità albanofona.
Vincenzo Basta, ha elogiato l’iniziativa ed ha proposto di ripeterla durante il periodo estivo, quando è maggiore la presenza di emigranti.
Quindi sono intervenuti Ercole Mingrone “germanese”, uno dei padri, insieme a Carmine Abate, della manifestazione estiva “Festa di Ritorno”, il vice sindaco di Carfizzi Marianna Leonetti che si è detta contenta della tanta partecipazione di pubblico ed il presidente dell’associazione Amici del tedesco Loris Rossetto.
Una bella iniziativa che sembra debba avere futuro.
Infatti il sindaco Tascione ha annunciato che l’incontro di martedì è stato solo uno dei primi. “I rapporti tra Carfizzi e Ludwigshafen verranno intensificati tanto da costruire dei veri e propri scambi, non solo culturali ma anche turistici”.
L’incontro è stato allietato dalle liriche della poetessa ed attrice argentina Crudencia Molero e da quelle del piccolo poeta arbereshe Giuseppe Basta.

Michele Abate


da "Il Crotonese" del 13-16  Aprile 2007

Dopo anni di assenza a Carfizzi
VENTI GIOVANI ATTORI FANNO RIVIVERE
LA PASSIONE FIGURATA
(immagini sotto)

Dopo anni di assenza è ritornata la Passione figurata.
Nella piccola comunità crotonese, le ultime ore di vita Gesù Cristo sono state abilmente ripercorse, guidati da Michele Lettieri, da circa venti giovani “attori” carfizzoti.
Venerdì Santo la chiesa madre di Santa Veneranda era piena di fedeli non solo locali ma, come ormai accade da qualche settimana, anche di San Nicola dell’Alto che, in queste ultime settimane, in polemica con il parroco locale, stanno “disertando” la loro parrocchia partecipando alle funzioni religiose che si svolgono a Carfizzi.
Dopo l’introduzione di don Luigi Valente, che nelle festività pasquali ha sostituito il convalescente parroco locale don Vincenzo Ambrosio, è iniziato il commovente spettacolo della Passione.
Il suono cupo di tre timpani e le marce funebri della banda musicale di Carfizzi hanno accompagnato le quindici stazioni e tutta la processione che si è snodata lungo le vie del piccolo centro arbereshe fino a giungere, seguita da tantissima gente, al rione Timparello, luogo del calvario, dove è stato crocifisso Gesù.
La rappresentazione della Passione di Gesù Cristo ha riscosso un grande successo tra i fedeli carfizzoti e tra gli stessi attori, tanto che già la sera stessa si parlava di ripeterla, migliorandola in alcune parti, l’anno prossimo. Questi gli attori che hanno preso parte alla rappresentazione: Mariano Affatato nelle vesti di Gesù; Nellino Alfieri – Pilato, Antonio Tascione – sommo Sacerdote Caifa; Michele Amato – Anna; Antonio Scarpino – Baraba; i soldati – Alberto Bastone, Antonio Avena, Arcangelo Comito, Saverio Mendicino, Rosario Scarpino; Antonio Amato – Giuda; le pie donne – Michela Benevento, Ada Benevento e Carmina Giorno; Maria - Eugenia Lettieri e poi tutti gli apostoli.
La rappresentazione e la buona riuscita della Passione, fortemente voluta da don Vincenzo Ambrosio, è stata possibile grazie all’impegno degli attori e della loro guida Michele Lettieri, di Silvia Mingrone, di Pina Gangale; di Livia Brasacchio; di Olga Amoroso; di Enza Amodeo; della parrocchia di Strongoli che ha fornito alcuni costumi di scena e di tanti altri carfizzoti che nel loro piccolo hanno contribuito alla realizzazione.

Michele Abate


LE IMMAGINI DELLA
PASSIONE FIGURATA


da "Il Crotonese" del 27-29  marzo 2007

SINDROME METABOLICA: EFFETTUATI 120 SCREENING

Nell’ambito del progetto “Cibo e salute” anche nel piccolo centro albanofono del crotonese, si è svolto la campagna “Misuriamoci: chi ci ama ci segue”, promosso dalla Croce rossa italiana e patrocinato dal Ministero della salute, dall’Associazione medici diabetologi e da Federfarma, per sensibilizzare la popolazione locale sulla sindrome metabolica.
La sede della “vivace” Croce rossa del centro arbereshe, di via Vascialia, nelle giornate di sabato e domenica, è stato punto di riferimento per molti cittadini di Carfizzi e di qualcuno di San Nicola dell’Alto.
I volontari della Cri di Carfizzi, coordinati dal dottor Afflitto del servizio 118 , hanno effettuato, nelle due giornate, circa centoventi screening.
Un buon risultato se si pensa che nel piccolo centro crotonese in questo periodo non ci sono più di seicento abitanti.
A tutti coloro che si sono presentati, molti anziani ma anche tanti giovani, sono stati eseguiti il controllo della pressione arteriosa, la misurazione del peso corporeo, della glicemia, della colesterolemia, dei triliceridi ed è stato consegnato un opuscolo contenente una serie di consigli sull’alimentazione.
Soddisfazione, per la buona riuscita della campagna, è stata espressa sia dai singoli volontari locali che dal presidente provinciale della Cri Antonio Greco, che per l’occasione è giunto a Carfizzi.
Per Pino Viviani e Dea Alfieri, rispettivamente responsabile della Cri ed assessore comunale alle politiche sociali, campagne del genere andrebbero ripetute.
Una buona iniziativa che mette in evidenza l’intraprendenza e la disponibilità dei volontari del soccorso arbereshe.

Michele Abate


da "Il Crotonese" del 27-29  marzo 2007

Presentato anche il libro "Mondo felice" di Barberio
POESIE DEDICATE AGLI ALBERI ALL'ELEMENTARE DI CARFIZZI

Martedì scorso presso la scuola elementare di Carfizzi si è celebrato la giornata dell’albero.
Comune di Carfizzi e plesso scolastico locale, hanno organizzato “La festa dell’albero” presentando il libro di poesie “Mondo felice” di Giuseppe Barberio.
Un libro quello di Barberio “impegnato” nel sociale. Infatti, tutto l’incasso sarà devoluto all’associazione di volontariato “La speranza” di Cirò Marina, che da anni si occupa di persone diversamente abili.
All’iniziativa erano presenti oltre all’autore, il sindaco di Carfizzi Caterina Tascione ed il vicario dell’Istituto comprensivo di Pallagorio il professor Antonio Pontieri.
Protagonisti, ancora una volta, come accade ormai da un po’ di tempo a questa parte a Carfizzi, sono stati i bambini delle scuole elementari.
Gli alunni, hanno recitato e scritto pensieri sull’albero, lo hanno disegnato e colorato, lo hanno “lodato”.
“La presentazione del libro, ha detto Marianna Leonetti insegnante presso il plesso scolastico di Carfizzi, rappresenta un momento importante, perché ha dato alla scuola la possibilità di poesia e per i bambini la poesia è il momento delle emozioni”.
Per il primo cittadino di Carfizzi Caterina Tascione, “Mondo felice” è un libro che regala emozioni e Giuseppe Barberio “uomo che mette le sue conoscenze a disposizione di chi ne ha bisogno”.
Antonio Pontieri ha parlato di iniziativa validissima, sia per gli argomenti trattati, l’ambiente e l’albero attraverso la poesia, che per i soggetti coinvolti, i bambini.
Prima della conclusione della manifestazione, Valentino, uno dei bambini ospiti del centro di accoglienza per immigrati, ha recitato in lingua kossovara alcuni pensieri che aveva scritto sull’albero.

Michele Abate


da "Il Crotonese" del 9-12  marzo 2007

A Carfizzi un particolare 8 marzo al centro di accoglienza per immigrati
LA FESTA DELLA DONNA SENZA DISCRIMINAZIONI

La donna, la cultura, le tradizioni, i costumi, i piatti tradizionali, sono stati gli argomenti centrali della manifestazione che si è tenuta mercoledì 7 marzo, nei locali antistanti il centro di accoglienza per donne e minori immigrati di Carfizzi.
Una festa in cui si parlava di donne e tradizioni ma i veri protagonisti sono stati gli alunni delle scuole elementari del centro albanofono.
Le nuove generazioni carfizzote hanno cantato la donna e l’integrazione. Il messaggio che hanno voluto far passare, e ci sono riusciti, è stato quello di voler costruire un mondo migliore e senza discriminazioni.
In molte delle loro semplici parole, canzoni, pensieri c’era un unico messaggio: no alle discriminazioni di razza, di colore, di cultura, di religione.
Un bel pomeriggio in cui razze, costumi, colori, tradizioni, storie, sofferenze di ogni genere si sono fuse, in un unico pensiero: non esiste il diverso.
“Il messaggio che vogliamo dare oggi è importante, ha detto la maestra Mariana Leonetti. Questo è un posto importante per Carfizzi, qui vicino c’è il centro di accoglienza che è una realtà, un posto che accoglie donne e bambini, quindi quale posto migliore per iniziare a festeggiare e riflettere sulla festa dell’8 marzo?”.
Per la direttrice del Copross Domenica Cerrelli, presente alla manifestazione assieme alle assistenti sociali della provincia Filomena Foresta e dell’ASL Isabella Ammirati, la festa di mercoledì pomeriggio è stato un vero momento di integrazione. “Stasera a Carfizzi si vive la vera festività dell’8 marzo”.
“La cosa più bella, ha aggiunto la dirigente della provincia, è successo la scorsa settimana. Abbiamo avuto la verifica dal ministero degli Interni, ed il prefetto che è venuto a farci visita ha potuto constatare che nessun’altro centro è come quello di Carfizzi. Nessun bambino è così integrato come i bambini che frequentano le scuole di Carfizzi”.
“Ricordare l’8 marzo, ha proseguito la Cerrelli, con l’integrazione è la cosa più bella che potevo trovare qui questa sera”.
La direttrice del Copross, nel suo intervento, ha voluto ringraziare le operatrici del centro e l’assistente sociale della provincia di Crotone Filomena Foresta che fin da subito è stata punto di riferimento sia delle ospiti che delle stesse operatrici.
Quindi sono intervenute l’assistente sociale dell’Asl 5 Isabella Ammirati, le ospiti del centro, Saba, Aminata, Liza, Maria Giorno (a nome delle operatrici del centro) e Michele Pugliese in rappresentanza dei genitori degli alunni, i quali tutti, indistintamente, si sono dichiarati soddisfatti del successo della manifestazione.
A concludere gli interventi è toccato al primo cittadino di Carfizzi Caterina Tascione, che si è detta contenta ed orgogliosa di poter festeggiare la festa delle donne nel luogo dove si incontrano e si integrano più culture.
Una bella festa rallegrata dalle musiche e dalle canzoni dei bambini che per l’occasione erano diretti ed accompagnati da Giovani Pollizzi e Peppe Abate.
La serata è proseguita con la degustazione dei piatti preparati dalle donne immigrate e di quelli preparati dalle donne di Carfizzi.
Conclusa la manifestazione del 7 di marzo, le donne di Carfizzi si sono rimboccate le maniche ed hanno iniziato a preparare i festeggiamenti per l’8 marzo.
Infatti, ieri sera si sono ritrovate nei locali della Casa comune dove, tra canti, balli e tante buone pietanze hanno trascorso la serata in allegria.

Michele Abate


da "Il Crotonese" del 23-26  febbraio 2007

CARFIZZI, CARNEVALE TRA ALLEGRIA E TRADIZIONE

Allegria, coriandoli, colori, damigelle, guerrieri, cavalieri e fatine. Tante le maschere allegre e colorate. Un carnevale per grandi e piccini quello organizzato martedì scorso dagli alunni e maestre della scuola elementare e materna di Carfizzi.
Una festa in cui si sono fusi, musica e colori, danze e suoni, profumi ed i sapori dei tanti dolci preparati dai genitori. Una festa legata da un unico denominatore: festeggiare il carnevale tutti insieme.
Festeggiamenti all’insegna dell’allegria ma anche della riscoperta delle tradizioni.
Infatti, è toccato ai bambini delle scuole elementari ripercorrere, prima attraverso una ricerca e poi con la messa in scena, la leggenda del carnevale carfizzoto in cui si narra che i tre giorni del carnevale appartenevano alle fate che abitavano nel rione “Ciccotto”.
Conclusa la recita grandi e piccoli hanno intonato, accompagnati dalla chitarra del maestro Giovanni Pollizzi, canti e suoni tra cui “Il pescatore” di Fabrizio De Andrè e le tradizionali tarantelle.
La simpatica manifestazione si è conclusa con l’accensione del fuoco per la distruzione, non solo del carnevale, ma anche di tutte le negatività presenti nel mondo, razzismo, guerre, distruzione ambientale, individuate dagli stessi alunni, il tutto accompagnato dalla marcia funebre intonata dalla banda musicale di Carfizzi.

Michele Abate


da "Il Crotonese" del 6-9  febbraio 2007

Dai tre comuni arbereshe per redigere il documento
PSC ASSOCIATO RICHIESTI 400 MILA EURO
ALLA REGIONE

Consiglio comunale, quello di mercoledì scorso, interamente dedicato alla discussione ed all’approvazione della richiesta di finanziamento, alla Regione Calabria, del Piano Strutturale Associato.
Dopo la rapida approvazione di verbali della seduta precedente, si è passati a discutere di quello che era l’argomento di maggiore importanza, il piano strutturale in forma associata tra i comuni di Carfizzi, Pallagorio e San Nicola dell’Alto.
Sull’argomento ha introdotto il primo cittadino Caterina Tascione: “Il piano riguarda la strutturazione urbanistica del nostro territorio. Ultimamente la legge regionale prevede una rimodulazione dei piani già esistenti e di adeguamento alle nuove necessita del territorio”.
“La regione, ha proseguito il sindaco, dà la possibilità ai comuni di dotarsi di un proprio piano strutturale per poter poi portare avanti lo sviluppo economico del territorio. Abbiamo scelto di metterci assieme agli altri comuni perché abbiamo affinità comuni sia culturali che morfologiche”.
Il piano al quale sono giunti i tecnici si divide in due parti: quello che riguarda i singoli centri e quello comune alle tre comunità.
La richiesta di finanziamento per la realizzazione del piano è di quattrocentomila euro.
La somma sarà suddivisa percentualmente tra i tre comuni: trenta percento ai comuni di Carfizzi e San Nicola dell’Alto, il quaranta al comune di Pallagorio che è anche comune capofila.
Dell’intera somma richiesta la regione finanzierà al massimo il settanta percento, il restante sarà a carico dei tre comuni.
Se i quattrocentomila euro richiesti verranno interamente finanziati, al comune di Carfizzi andranno circa centoventimila euro di cui il settanta percento sarà a carico della regione il restante trenta a carico del comune.
Quindi è intervenuto il consigliere di minoranza Nello Alfieri secondo il quale l’amministrazione fa bene ad associarsi con altri comuni per ottenere finanziamenti ma ritiene che bisogna riflettere sulla somma che sarà a carico del comune, perché potrebbe essere, una somma che si aggira tra i trentacinquemila ed i quarantamila euro e quindi potrebbe risultare, onerosa per lo stesso. Il consigliere ha concluso l’intervento sostenendo che l’attribuzione, al comune di Carfizzi, del trenta percento del finanziamento sia un po’ penalizzante.
Il punto è stato approvato con sette voti favorevoli e due astenuti.
Prima di concludere la seduta il sindaco ha portato a conoscenza dei consiglieri la richiesta, fatta al comune dalla società Bio-energy per la gestione di tutti i boschi di proprietà comunale. Sul punto i consiglieri hanno concordato di dover approfondire ed aprire una discussione.

Michele Abate


da "Il Crotonese" del 26-29  gennaio 2007

Nel comune di Carfizzi dal 23 gennaio
RACCOLTA DIFFERENZIATA, INIZIATO IL PORTA A PORTA

Dal 23 gennaio scorso, nel piccolo centro albanofono del crotonese, è stata attivata la raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta.
Nella prima settimana si può dire che, come al solito, la comunità carfizzota ha risposto bene, infatti, fin dalle prime ore del mattino, i contenitori erano già posizionati sull’uscio di casa pronti per essere ritirati e svuotati dagli addetti dell’azienda che gestisce il servizio.
Nei giorni scorsi a tutte le famiglie sono stati consegnati tre contenitori di plastica di diverso colore che dovranno essere riempiti, in maniera differenziata, di vari tipi di rifiuti: un contenitore di colore giallo che sarà utilizzato per la raccolta della carta, uno blu per la plastica ed uno verde per il ferro e l’alluminio.
Il ritiro e lo svuotamento dei contenitori verrà effettuata, da una azienda privata, una volta alla settimana ed in giorni prestabiliti. Il martedì sarà ritirato il contenitore giallo per la carta, il mercoledì quello blu pel la plastica ed il giovedì il verde per ferro/alluminio.
La raccolta rientra in un progetto presentato dall’amministrazione comunale, arrivato al trentunesimo posto a livello regionale e primo tra i comuni del crotonese, e finanziato dalla Regione Calabria attraverso il POR Calabria 2000/2006, Azione 1.7.a.
Il comune di Carfizzi, infatti, rientra tra i dieci comuni della provincia di Crotone che hanno visto finanziato dalla regione la raccolta differenziata.
L’intero importo finanziato, pari a 23.000 euro, di cui 7.038 euro (pari circa al 30%) già erogati, sarà utilizzato per incentivare ed educare i cittadini ad effettuare la differenziazione dei rifiuti ma anche, se la “sperimentazione” della raccolta avrà esito positivo, alla riduzione della tassa sui rifiuti.

Michele Abate


da "Il Crotonese" del 23-25  gennaio 2007

Carfizzi, intimidazione al consigliere d'opposizione

Un Consiglio comunale diverso dai soliti quello svolto sabato scorso 20 gennaio.
Un consiglio convocato in seduta straordinaria dal sindaco Caterina Tascione per discutere e condannare il vile atto intimidatorio subito, dal consigliere di minoranza Michele De Paola al quale, nella notte tra mercoledì 17 e giovedì 18 gennaio, è stato cosparso di liquido infiammante il portoncino di casa e tentato di darlo alle fiamme. Solo il caso ha voluto che la porta non si incendiasse totalmente.
Mai nella piccola comunità si era sentito parlare di un atto del genere, mai nella storia di Carfizzi il civico consesso era stato convocato per condannare atti intimidatori perpetrati nei confronti di consiglieri comunali.
Sabato scorso la sala consiliare era piena di carfizzoti. Il consiglio comunale, le forze politiche ed i cittadini tutti si sono stretti attorno all’uomo e consigliere Michele De Paola che da circa vent’anni anni, con l’impegno, la passione politica e l’onestà, che lo contraddistinguono nella vita quotidiana, siede tra i banchi del consiglio comunale.
Uomo politicamente moderato e di centro, ha prima militato nella Democrazia cristiana, poi nel Cdu, attualmente, oltre ad essere consigliere comunale di minoranza, ricopre, anche, la carica di leader della locale sezione dell’Udc.
“E’ con forte indignazione che presiedo questo consiglio comunale - ha esordito il primo cittadino di Carfizzi Caterina Tascione - per condannare un atto inusuale per la nostra comunità. Un atto intimidatorio rivolto al consigliere Michele De Paola che ha coinvolto, non solo la sua persona ma anche la sua famiglia. L’atto commesso da ignoti nei confronti della famiglia De Paola non può non destare una forte preoccupazione in ognuno di noi”.
Il sindaco nel suo intervento ha fortemente condannato l’atto definendolo incivile ed indecoroso ed ha apostrofato gli autori come “topi di fogna privi di coraggio che si nascondono dietro questi gesti”.
“Ritengo - ha proseguito la Tascione - che ciascuno di noi secondo il proprio ruolo e la propria responsabilità, si deve tenere vigile, deve ripudiare ogni forma di violenza, deve dimostrare che attraverso il dialogo, attraverso la parola, attraverso l’azione giornaliera si possono isolare questi episodi che minano le basi democratiche di questa nostra piccola comunità”.
Episodi, che il sindaco ha definito diseducativi per i giovani e che mettono in cattiva luce tutti i cittadini di Carfizzi, che si sono sempre contraddistinti per l’onestà e la laboriosità.
Il primo cittadino ha concluso il suo intervento invitando tutti a ribellarsi ed a collaborare affinché lo stile di vita carfizzoto rimanga integro.
Quindi è intervenuta il vicesindaco Marianna Leonetti la quale ha invitato tutti quanti a non soccombere di fronte ad atti incivili. “Questo atto - ha detto la Leonetti - ci ha colpito in maniera profonda tutti quanti. Carfizzi non è mai stato contaminato da queste forme incivili e barbare. Dobbiamo prendere atto di quello che è accaduto e dobbiamo combattere certi gesti, perché Carfizzi ha sempre combattuto per cercare di sottolineare la grande forza morale della sua popolazione ed il senso di lealtà nei confronti degli altri”.
Dopo l’intervento del vicesindaco è intervenuto, a nome dei consiglieri di minoranza e dei Democratici di Sinistra di Carfizzi, Nello Alfieri che ha iniziato il suo intervento ringraziando il sindaco per aver tempestivamente convocato il consiglio comunale ed il numeroso pubblico intervenuto.
“La convivenza civile - ha detto l’ex sindaco - in queste situazioni e con questi atti viene trasformata. La convivenza civile di Carfizzi, con queste cose, cambia. Mi trovo d’accordo con il sindaco quando dice che risulta alquanto difficile che l’atto sia rivolto alla persona di De Paola ed alla sua famiglia”.
“Se siamo convinti - ha proseguito Alfieri - ed io ne sono fortemente convinto, che l’atto non è rivolto alla persona di Michele De Paola ed alla sua famiglia, allora purtroppo dobbiamo convenire che l’atto è un atto politico e se è un atto politico c’è una stranezza: un’intimidazione politica che parte colpendo un esponente della minoranza. C’è una stranezza sulla quale, io credo, bisogna avviare una riflessione”.
Il consigliere di minoranza ha invitato tutti a provare a capire quello che sta succedendo a Carfizzi ed ha espresso vicinanza attiva al consigliere De Paola e di è detto disponibile a dimostrarla in tutti i modi.
“Non è vero - ha concluso Nello Alfieri - che facendo una intimidazione a uno si spaventano tutti gli altri. Qui non si spaventato né Michele De Paola né ci siamo spaventati noi. Qui non si è spaventato nessuno. Chi pensa di spaventarci con queste cose si sbaglia di grosso”.
Anche la consigliere, nonché capogruppo di minoranza, Giacobba Marino ha voluto esprimere, da cittadina di Carfizzi, la sua vicinanza a Michele De Paola.
“Volutamente - ha detto la Marino - sono stata assente negli ultimi due consigli comunali, volevo dimettermi da consigliere. In questo consiglio comunale e mi dispiace doverlo dire oggi stanno venendo a mancare, nei confronti della minoranza le basi del rispetto”.
Nel concludere il suo intervento la Marino ha rivolto l’invito alla maggioranza a ripartire con umiltà.
Il consiglio si è concluso con l’intervento di Michele De Paola, il quale ha ringraziato i tanti cittadini ed esponenti politici intervenuti, i consiglieri comunali tutti e le forze dell’ordine per la vicinanza dimostrata, a lui ed alla sua famiglia, fin dal primo momento.


da "Il Crotonese" del 16-18  gennaio 2007

Per ampliare il patrimonio librario
BIBLIOTECA ARBERESHE DIECIMILA EURO
AL COMUNE DI CARFIZZI

Alla biblioteca comunale del piccolo centro crotonese, attraverso il progetto “Biblioteca arbereshe in movimento”, è stato assegnato dalla Regione Calabria, nell’ambito dell’A.P.Q. Beni e attività culturali intervento SAB 8 rete biblioteche locali, un contributo di 10.000 euro.
Il progetto, presentato dall’amministrazione comunale, ha come obiettivo primario la tutela e la valorizzazione della lingua, della cultura e delle tradizioni arbereshe.
Attualmente la biblioteca, istituita oltre vent’anni fa, è ospitata in pieno centro storico all’interno di quello che è il Centro sociale comunale e conta circa duemila volumi, molti dei quali donati dai cittadini locali.
Una delle finalità del progetto è quello di ampliare proprio il patrimonio librario già esistente puntando all’acquisto di manuali di lingua e letteratura arbereshe e di tutti i libri dello scrittore Carmine Abate che con i suoi libri ha portato il piccolo centro albanofono alla ribalta della cronaca italiana.
Una biblioteca quella che vogliono creare gli amministratori locali che sia il centro della vita culturale del “Distretto arbereshe” della provincia di Crotone, anche perché la stessa è stata scelta, come “centro letterario fondamentale” dei tre comuni (Carfizzi, San Nicola e Pallagorio) che compongono il “Distretto”.
E’ inoltre scopo dell’amministrazione sfruttare parte del finanziamento per far diventare la biblioteca luogo di aggregazione sociale, punto di informazione e di documentazione, luogo di incontro di idee ed elaborazione, attraverso il coinvolgimento degli stessi utenti, di manifestazioni culturali incentrate sulla tutela e la valorizzazione della lingua e della cultura.
A tal proposito il progetto prevede delle vere e proprio giornate di studio su argomenti come l’emigrazione, tema centrale dei libri dello scrittore Carmine Abate, presentazione di libri di poesia e narrativa arbereshe, corsi di formazione multimediali di lingua arbereshe.
Il progetto, l’amministrazione ha previsto di realizzarlo nell’arco di un anno attraverso due fasi, la prima che prevede l’avvio delle attività e l’altra attraverso la catalogazione e l’inserimento all’interno di una banca dati di tutti volumi presenti.
Un’idea quella presentata dal Comune che tende a valorizzare la cultura e la lingua arbereshe che hanno rappresentato e rappresentano dei punti fermi dell'azione amministrativa del sindaco Caterina Tascione e della sua giunta.

Michele Abate


da "Il Crotonese" del 5-8  gennaio 2007

Carfizzi, approvato pure l'assestamento di bilancio
L'ULTIMO CONSIGLIO DEL 2006 RICONFERMA REVISORE DEI CONTI

Quello di fine anno è stato, rispetto ai precedenti, un consiglio comunale breve e pacifico, meno di un’ora per discutere ed approvare i sei punti inseriti all’ordine del giorno.
Svolto sotto la presidenza del sindaco Caterina Tascione, coadiuvato dal segretario comunale Capuano, l’assise, alla presenza di nove consiglieri su dodici, assenti per la maggioranza l’assessore Spadafora, mentre per la minoranza era presente solo il consigliere Michele De Paola, si è aperta come da “consuetudine” con circa venti minuti di ritardo e con la lettura e l’approvazione dei verbali della seduta precedente.
Dopo la rapida approvazione, con otto voti favorevoli ed un astenuto, del primo punto, il sindaco ha introdotto il successivo, che prevedeva l’approvazione dello schema di convenzione per l’affidamento del servizio di tesoreria. Il punto ha visto il voto favorevole di tutta l’assemblea.
Quindi, si è passati a discutere della nomina del revisore dei conti. Sull’argomento è intervento il primo cittadino che ha informato i consiglieri dell’arrivo di una sola richiesta, quella del dottor Guglielmo Oliverio. In merito, il sindaco ha chiesto al consiglio di riconfermare a revisore dei conti, l’uscente Oliverio. La proposta del sindaco è stata sostenuto ed approvata anche dal consigliere di minoranza Michele De Paola.
Dopo la discussione si è provveduto con scrutinio segreto ad eleggere il revisore: otto sono stati i voti attribuiti ad Oliverio, mentre una scheda è risultata bianca.
Nominato il revisore, l’assemblea ha approvato all’unanimità la variazione al bilancio, esercizio finanziario 2006. Si è trattato dell’assestamento dell’ultimo bilancio per una variazione complessiva, tra entrate ed uscite, di oltre 34 mila euro di cui: oltre 18 mila di maggiori entrate (oltre 3 mila dal Copross per il progetto “Asilo”, 5 mila dalla Comunità Montana per strade interpoderali e 10 mila dalla Regione Calabria per la biblioteca comunale) e 16 mila di minori uscite. Sul punto ha relazionato il ragioniere comunale Francesco Tocci.
Il consiglio è quindi proseguito con la rettifica di una delibera del consiglio comunale che prevedeva la vendita di suolo comunale ad un privato e si è concluso con la presa d’atto della revoca della convenzione, da parte del comune di Santa Severina, per la segreteria comunale.

Michele Abate


da "Il Crotonese" del 5-8  gennaio 2007

I volontari del gruppo di San Nicola e Carfizzi hanno celebrato
i primi sette mesi di attività

PRIMA FESTA DELLA CRI ARBERESHE

Il 27 dicembre scorso, nei locali della Casa comune, il gruppo volontari del soccorso della Croce Rossa Italiana di Carfizzi-San Nicola, in occasione delle festività natalizie, ha organizzato la prima festa della locale sezione della CRI festeggiando, tra una tombolata ed un panino con porchetta, anche i “suoi primi” sette mesi di vita.
La storia dei volontari del soccorso di Carfizzi-San Nicola nasce circa sette mesi fa. Il gruppo è composto da ragazzi e ragazze, uomini e donne, dei due centri albanofoni del crotonese, che impegnano parte del loro tempo a favore dei cittadini delle due piccole comunità.
Attualmente la sezione, guidata dal carfizzoto Giuseppe Viviani, è impegnata nell’attività di trasporto disabili e dei dializzati del circondario presso l’ospedale di Crotone e nel pronto intervento.
Fin dal momento della costituzione l’impegno profuso dai volontari è stato grande.
Nello scorso mese di luglio, quindi dopo pochi mesi dalla sua nascita, un gruppo di volontari è stato impegnato in attività di soccorso ed aiuto alle popolazioni di Vibo Valentia colpite dall’alluvione.
Un impegno, il primo fuori dal territorio provinciale e di una certa importanza, quello sul territorio vibonese vissuto dagli stessi volontari con una certa emozione.
Una sezione ben guidata e con una certa vivacità. Per il nuovo anno, i responsabili hanno già programmato le nuove attività: il corso per pionieri, lo sviluppo del settore socio-sanitario, la creazione del banco alimentare ed il primo soccorso.
Insomma i volontari del soccorso sono una bella realtà nei due centri arbereshe dell’alto crotonese, che cercano di dare una mano a chi ne ha bisogno.

Michele Abate