ABOLITO IL TEMPO PIENO: PROTESTANO I GENITORI

Scritto da Maria SpadaforaVenerdì 23 Settembre 2011 00:00

 

da "Gazzetta del sud" del 23 settembre 2011

 

Tempi duri per la scuola delle tre piccole comunità arbereshe di Carfizzi, San Nicola dell’Alto e Pallagorio. Dopo il rischio accorpamento dell’Istituto Comprensivo che raggruppa i tre paesi, un’altra notizia negativa, in questo inizio di anno scolastico. La scuola secondaria di 1° grado di San Nicola dell’Alto, che accoglie anche i ragazzi di Carfizzi, ha perso il tempo pieno, a favore, si fa per dire, di un tempo normale. In termini numerici, si passa da 36 a 29 ore settimanali di lezione. La diminuzione dell’orario, tocca l’insegnamento di lettere (da 14 a 9 ore), e di matematica e scienze (da 8 a 6 ore), materie fondamentali per la formazione culturale dei ragazzi di scuola media. Inoltre i tagli hanno anche intaccato le ore del sostegno (da 18 a 9 ore), per l’unico alunno disabile presente a scuola. Inevitabilmente, le ore a disposizione dei docenti da dedicare al recupero di alunni in difficoltà, o utilizzate per coprire eventuali supplenze, non esistono più, con il conseguente grave disagio dell’accorpamento delle classi. Alcuni giorni fa, i genitori degli alunni e gli insegnanti, si sono incontrati con il sindaco di San Nicola dell’Alto, Francesco Scarpelli, per discutere sulle strategie da adottare per risolvere il problema. Da quella riunione è nata una lettera che i genitori hanno indirizzato all’Ufficio Scolastico Provinciale e Regionale, al Ministero della Pubblica Istruzione, al Dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo, al sindaco di Carfizzi, Carmine Maio, e allo stesso Scarpelli. Nella lettera è espresso “lo stupore e l’indignazione” di tutti i genitori, che dichiarano: “Nei nostri piccoli paesi mancano centri di aggregazione giovanili, pertanto, la scuola è l’unica agenzia educativa. Questi tagli incidono pesantemente sul diritto allo studio dei nostri figli, nonché sulla qualità della scuola”. Concludendo, i genitori, con determinazione, chiedono che sia ripristinato il tempo pieno, siglando il documento con le loro firme.