L'ITALIA NACQUE MULTIETNICA CON IL CONTRIBUTO DEGLI ARBERESHE

Scritto da Maria SpadaforaSabato 12 Febbraio 2011 00:00

 

da "Gazzetta del sud" del 12 febbraio 2011

 

Nel 1861, 150 anni fa, fu proclamato il Regno d’Italia. Importante, in quel contesto, fu anche il ruolo degli arbereshe calabresi. Carfizzi, piccola comunità arbereshe del crotonese, ha dato il suo piccolo contributo al Risorgimento italiano. Sono tre i nomi, che compaiono in molti siti web, che trattano della cultura e della storia arbereshe: Giuseppe Basta, Francesco e Martino Fazio. Del primo, purtroppo, non si ha nessuna notizia storica e anagrafica. Francesco Fazio nacque il 4 Agosto 1824, fratello maggiore di Martino, nato il 22 Ottobre 1839. Due dei nove figli di Vincenzo Fazio, il più grande proprietario terriero della zona. I suoi possedimenti si estendevano per 30 mila ettari, comprendendo i comuni di Carfizzi, Umbriatico, Cirò Marina e Crucoli. I due palazzi Fazio, fatti costruire dal padre Vincenzo, sorgono uno in pieno centro a Carfizzi, dove ha sede il Municipio, perdendo nei decenni l’antico splendore e diventando un anonimo palazzone. L’altro, in località Motta, a pochi chilometri dal paese, è riuscito a mantenere il suo aspetto di dimora regale e maestosa, nonostante la decadenza dell’incuria. Francesco e Martino Fazio, erano giovani, ricchi e viziati, però spinti da un forte patriottismo, abbandonarono la sicurezza, e l’agiatezza del proprio paese, per “fare” l’Italia. La dedizione degli arbereshe all’Italia, può essere compresa, leggendo i versi del poeta Zep Serembe: “ Il grande prode in camicia rossa, eguaglia il nostro Scanderbeg”. Giorgio Castriota Scanderbeg, fu l’eroe della resistenza, contro la penetrazione dei turchi in Albania. Il paragone tra Garibaldi e Scanderbeg, vuole sottolineare che l’amore degli arbereshe per la patria scelta, l’Italia, era pari a quello per la patria lasciata, l’Albania. Si narra che Garibaldi, nell’estate del 1860, di passaggio da Lungro, trovò ad aspettarlo circa 500 volontari, di origine arbereshe, che si unirono alle sue truppe. Arbereshe erano Francesco Crispi, Girolamo De Rada, il più grande poeta albanese, e Pier Domenico Damis, che prese parte alla spedizione dei Mille. Erano arbereshe anche i ragazzi che frequentavano il collegio di Sant’Adriano di San Demetrio Corone. Sarebbero diventati la futura elite intellettuale arbereshe, e invece si unirono alle camicie rosse di Garibaldi. Vicende e nomi celebri, che compaiono in molti testi storici. Accanto a questi nomi c’è ne sono altri, più numerosi, che rimarranno sconosciuti,e mai raggiungeranno gli onori della storia risorgimentale italiana. Ricordando i fratelli Fazio, si vuole, simbolicamente, ricordare tutti quei patrioti arbereshe che, eroicamente, diedero il loro contributo di sangue e d’eroismo per uno Stato libero, unitario e indipendente.