STORIE DI MIGRANTI IN FUGA

Martedì 21 Giugno 2011 00:00

 

da "Il Quotidiano della Calabria" del 20 giugno 2011

 

Si raccontano una giovane pakistana e una coppia di iraniani

Nel corso della Giornata Mondiale del Rifugiato a Carfizzi, due persone hanno deciso di raccontare la loro storia, la loro esperienza di vita nel loro paese di origine. Una giovane ragazza pakistana ha narrato le bellezze della sua terra e della sua religione. “Voglio iniziare ponendovi una domanda, che quasi tutti i giorni voi ponete a me: “Perché hai lasciato il tuo Paese?” La domanda è breve, ma la risposta è molto lunga.” La giovane è di religione musulmana, e il motto della sua setta è “Ama tutti e non odiare nessuno” lei ha fatto suo questo motto e l’ha voluto condividere con gli altri, soffermandosi sull’importanza di imparare e di insegnare la tolleranza. La giovane ha parlato della sua religione,” che è bella, e non è come spesso viene raccontata. Voglio farvi vedere alcune testimonianze delle più importanti organizzazioni umanitarie, che raccontano di quello che avviene quotidianamente in Pakistan. Io voglio ringraziare le operatrici del centro che ci hanno accolti, che ci parlano quotidianamente con parole dolci e sono sempre disponibili, io prego per l’Italia, che ha dato a noi delle speranze”. Una folla commossa di gente ha applaudito la giovane, che tra qualche giorno si ricongiungerà con la sorella, che verrà trasferita a Carfizzi da un centro di accoglienza di Torino. Una coppia Iraniana ha voluto condividere la loro storia, affinchè possa essere un monito per tanti giovani. “Noi eravamo felici nel nostro Paese, ma quando abbiamo deciso di cambiare religione siamo stati perseguitati. Noi amiamo Gesù, è stata questa la nostra colpa, siamo diventatati Cristiani, perché crediamo nel potere di questa religione, crediamo in Gesù. Abbiamo viaggiato tanto per arrivare in Italia, e speriamo di poter rimanere qui per sempre, perché qui siamo liberi di professare la nostra religione, libertà che nel nostro Paese non abbiamo potuto avere”. I presenti sono rimasti tutti colpiti dalla passione con la quale i due hanno parlato della religione e dell’importanza della tolleranza di varie confessioni, diritto che a noi sembra scontato.