SUCCESSO IN AMERICA PER ABATE CON IL LIBRO "LA FESTA DEL RITORNO"

Scritto da Maria SpadaforaMercoledì 11 Maggio 2011 00:00

 

da "Gazzetta del sud" dell'11 maggio 2011

 

E’ uscito nelle librerie italiane, il nuovo libro di Carmine Abate, “Terre di andata”, Edizioni Il Maestrale. Lo scrittore è reduce dei successi americani, infatti, il libro ”La festa del ritorno” è stato pubblicato nei mesi scorsi negli Stati Uniti d’America, dove ha raccolto grandi consensi, sia della critica che dei lettori. È stato tradotto da Anthony Shugar e edito dalla Europa Editions. Abate, è nato a Carfizzi nel 1954 e, giovanissimo, dalla Calabria è emigrato ad Amburgo. Oggi vive e lavora in Trentino. Vincitore di numerosi premi nazionali e internazionali. Tanti i romanzi, usciti tutti negli Oscar Mondadori, ricordiamo solo alcuni titoli: Il ballo tondo, La moto di Scanderbeg, Tra due mari, La festa del ritorno, Il mosaico del tempo grande, Gli anni veloci, Vivere per addizione e altri viaggi, fino ad arrivare all’ultimo “Terre di Andata”, narrazioni di viaggi, su e giù per l’Europa. Viaggi della mente e del cuore, dentro una quotidiana esperienza multiculturale. Il ritmo narrativo è trascinante come un treno in corsa, lungo gli anni e i luoghi di una storia di emigrazione. Da qui nasce una poesia di appartenenze e distanze, di nostalgie cercate e respinte, di incontri e scontri. I racconti di “Terre di andata”, a volte subiscono delle “mutue contaminazioni di prosa e poesia”, diventando quelle che l’autore definisce “proesie”. Anche la parola, giocando con la molteplicità delle lingue (arberesh, italiano, tedesco), diviene una parola smontata, ri-significata. Parte dall’io, per arrivare a un noi che parla a ogni uomo. Perché, aldilà delle vite sradicate, la vita di ognuno si gioca fra l’errare e il dimorare. Abate, nel suo ultimo lavoro, esprime perfettamente questa condizione dell’esistere, anche se alla fine riesce a dare una patria alla sua anima nomade: l’amore per una donna, cui è dedicata l’ultima sezione della raccolta; l’estremo, aperto confine delle “terre d’andata”.