ABATE SI RACCONTA IN UNA CORNICE MUSICALE
Scritto da Maria CianciarusoSabato 07 Agosto 2010 00:00
da "Il Quotidiano della Calabria" del 7 agosto 2010
I cittadini di Carfizzi hanno vissuto, l’altra sera, uno dei momenti più attesi de “La festa del ritorno”, ovvero, la presentazione dell’ultimo libro di Carmine Abate, l’orgoglio letterario del piccolo centro arbereshe: “Vivere per addizione e altri viaggi”, edito da Mondadori. L’appuntamento con lo scrittore è oramai un punto fermo delle manifestazioni estive, perché Abate è riuscito a far conoscere la sua Carfizzi, la sua “Hora” a tutto il mondo, infatti, proprio in concomitanza della presentazione a Carfizzi del suo ultimo romanzo, “La festa del ritorno”, suo altro grande successo” è stato pubblicato negli Stati Uniti. Ad aprire l’incontro sono state le note di Cataldo Perri e del gruppo musicale “Lo Squintetto”, che hanno fatto rivivere, in un insieme di musica e immagini, il grande dramma dell’emigrazione. Il sindaco Maio ha poi salutato i presenti, in particolar modo gli emigrati che tornano ogni anno a Carfizzi, e ha chiesto allo scrittore cosa lo avesse spinto a scrivere questo libro. “Queste sono storie che ho scritto in sedici anni” ha risposto Abate, “tra un romanzo e l’altro, ho sentito l’esigenza di scriverle perché sono storie di vita vera, vissuta. In questo libro parlo di noi, in un cerchio tra viaggi di andata e di ritorno, in cui brilla come una stella Carfizzi”. Lo scrittore ha poi intervallato alcune lettura al suono della musica, in una cornice incantata, con un anfiteatro gremito di gente con le lacrime agli occhi. Mentre Abate narrava delle sue prime esperienze lavorative in Germania, delle prime parole della lingua tedesca apprese, della rabbia e della liberazione per ogni partenza e ogni ritorno, della sofferenza che si prova a lasciare la propria terra, si intravedevano le lacrime agli occhi di chi tutte queste cose le aveva vissute prima di lui, con lui e dopo di lui. Ma soprattutto si vedeva la commozione di chi ascoltava una canzone dedicata a Pepè Iannone, un emigrato che ha lasciato Carfizzi e il mondo troppo presto. Infine, ancora emozioni per le parole del libro lette da un ragazzo afgano, protagonista di uno dei racconti del libro, in cui narra la sua vera storia, arrivato a Carfizzi diversi anni fa, ospite del centro di accoglienza. Anche lui, come tanti carfizzoti, ha dovuto lasciare le proprie radici e la propria famiglia per diventare un estraneo in un paese straniero.