VIAGGI E CULTURE DEI LUOGHI RACCHIUSI IN UN LIBRO
Scritto da Maria SpadaforaSabato 07 Agosto 2010 00:00
da "Gazzetta del sud" del 7 agosto 2010
A Carfizzi, la serata di Giovedi 5 agosto è trascorsa all’insegna della cultura e della buona musica. Carmine Abate, scrittore di Carfizzi, ha presentato il suo nuovo libro dal titolo “Vivere per addizione e altri viaggi”, edito da Mondadori. Ospiti della serata, oltre al sindaco Carmine Maio, il Presidente della Provincia Stano Zurlo, che, in prima fila, hanno applaudito le musiche di Cataldo Perri e del gruppo “Lo squintetto”, che hanno accompagnato e a volte sottolineato le letture dell’autore, creando atmosfere suggestive e intense. Molti i momenti emozionanti della serata. Il primo tra tutti la lettura di Rezza, un giovane afgano, uno dei primi ospiti del Centro Accoglienza “Asilo”, che ha deciso di fermarsi a Carfizzi, dove vive ormai da anni, ed è affettuosamente accolto dai carfizzoti. A lui, Abate, ha dedicato uno dei racconti più belli e toccanti del suo libro, dal titolo “Prima la vita”. Mentre Rezza, visibilmente emozionato, leggeva la sua vita, in un italiano stentato ma deciso, un maxischermo alle sue spalle, riportava immagini in bianco e nero, delle prime emigrazioni. Snocciolava cifre impressionanti sull’emigrazione degli ultimi 100 anni, che ha martoriato soprattutto l’Italia Meridionale. Altre immagini, mostravano le cosiddette “carrette del mare”, pericolosamente colme di bambini, donne e anziani, che attraccavano in qualche parte della costa jonica crotonese. “Le storie di questo libro di racconti, sono state scritte nell’arco di 16 anni (1993/2009), tra un romanzo e l’altro. Rileggendoli, anni dopo, mi colpirono per la loro compattezza tematica, che diventava un’autobiografia collettiva, mia e di tutti voi, scandita dai viaggi di andata e di ritorno”. Con queste parole lo scrittore, presenta il suo nuovo libro, utilizzando una lingua capace di incarnare le pluralità dei luoghi e delle culture. Abate racconta l’infanzia al paese, i sapori della cucina arbëreshe, la magia delle antiche rapsodie, gli arrivi in Germania e in Nord Italia. Ma affronta anche temi come la formazione di un senso civico europeo, e l’incontro con i nuovi migranti come Rezza. Infine arriva alla comprensione, che emigrare non è solo strappo e ferita, ma è soprattutto ricchezza. Che si può vivere tra due o più mondi senza lacerazioni, ma semplicemente per addizione.